«Il Chico Mendes nel degrado»

«Il Chico Mendes nel degrado»
ABANO TERME Un vero festival della sporcizia in un'area verde che...

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ABANO TERME

Un vero festival della sporcizia in un'area verde che avrebbe dovuto diventare il fiore all'occhiello della città termale. Sale insomma la protesta dei residenti della zona circostante il parco pubblico Chico Mendes, oltre 37 mila metri quadrati attrezzati, inserito in un contesto urbano di circa 1200 abitanti, con la presenza di oltre 350 famiglie, realizzato anni fa anche per rispondere ai bisogni di socializzazione della città. A socializzare all'interno dell'area sono però piccoli teppisti, tossici e persone pronte ad incentivare con comportanti poco inclini a norme di civiltà l'immagine di trasandatezza dell'area. «Il festival della sporcizia lamentano i cittadini della zona esibisce un'incredibile varietà di istantanee. Dai residui di spinelli e bottiglie abbandonate ovunque, pezzi di ricambio di biciclette probabilmente rubate e smontate, carcasse di cellulari. Oltre ovviamente ad altre tracce di altrettanti disordinati passaggi come resti di cibo sparsi ovunque, piccole latrine a cielo aperto, opere di writers improvvisate ovunque». Le proteste ovviamente non sono questione degli ultimi giorni. Più volte i residenti del quartiere residenziale hanno chiesto interventi e controlli, che non si sono mai visti. A fare le spese della frequentazione di balordi e vandali sono anche i cartelli di indicazione divelti, i pochi cestini lasciati strabordare, i cani a spasso nonostante gli avvisi a tenerli in custodia. Tutt'altre erano le intenzioni e i progetti dell'amministrazione aponense quando nel 1989 inaugurò il parco, che non a caso venne dedicato ad un sindacalista brasiliano ucciso per le sue battaglie a difesa dell'ambiente. «Il progetto ricordano i residenti prevedeva viali e vialetti idealizzati in un bozzetto dell'Arch Renato Busata, cortine di bambù, tralicci con viti canadesi ricordavano l'assembramento dei villaggi dei popoli della grande foresta. L'area verde avrebbe dovuto essere uno straordinario esempio della politica sociale e civica impegnata per la tutela delle risorse ambientali». Poco però è stato fatto per restituire dignità urbana all'area ora in degrado. Gli interventi contano l'attivazione della nuova illuminazione a led ed un campo da calcio praticato però dalle società sportive locali e non dai liberi cittadini». Per i cittadini la protesta per lo stato di quello che avrebbe dovuto diventare il luogo simbolo della politica ecologica comunale è rimasto l'unico strumento utile per chiedere interventi immediati di ripristino. «Non servirebbero grossi interventi sostengono gli abitanti - ma una maggiore continuità nella cura e manutenzione quotidiana. Oltre al personale delle cooperative che curano il parco che si limita esclusivamente a svuotare i cestini, non si è mai vista una macchina operatrice per pulire i viali. Nè altri interventi necessari alla raccolta dei tanti rifiuti sparsi in giro o nascoste sotto cumuli di foglie in decomposizione». L'intento dei cittadini è insomma far riflettere l'amministrazione termale sul fatto che i parchi, al pari dei trasporti, dello stato delle strade o della funzionalità degli uffici sono un diritto della collettività che va preservato. «Soprattutto concludono i residenti- del quartiere nei confronti di una città che sta cambiando. E che vede nei parchi uno spazio necessario per le proprie esigenze di movimento, relax e incontro. Impossibili se le condizioni degli spazi verdi cittadini sono quelli che si incontrano al giardino Chico Mendes.

Lucio Piva
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Il Gazzettino