IL CASO VENEZIA «Se qualcuno sale in cattedra per seminare odio e falsità

IL CASO VENEZIA «Se qualcuno sale in cattedra per seminare odio e falsità
IL CASOVENEZIA «Se qualcuno sale in cattedra per seminare odio e falsità evidentemente non si trova nel posto giusto. E va allontanato dalla scuola. Un concorso vinto non dà il...

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IL CASO
VENEZIA «Se qualcuno sale in cattedra per seminare odio e falsità evidentemente non si trova nel posto giusto. E va allontanato dalla scuola. Un concorso vinto non dà il lasciapassare per delirare e offendere». Lo scrive su Facebook il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, tornando sulla vicenda del docente Sebastiano Sartori denunciato per aver pubblicato, sul medesimo social network, insulti razzisti e xenofobi. I post del professore, che Bussetti definisce «inqualificabili», secondo il ministro «se confermati, rappresenterebbero un fatto gravissimo, un comportamento generale non conciliabile con il ruolo di docente. Non è possibile che un insegnante si esprima in questi termini. Per questo ho sollecitato una relazione e un'ispezione: voglio verificare cosa sia realmente accaduto - prosegue Bussetti -. Una volta accertati i fatti, assumeremo tutte le iniziative e le misure, anche sanzionatorie, necessarie a tutelare gli alunni e tutti i docenti».

IL SILENZIO
Preferisce non replicare Sebastiano Sartori, l'insegnante di sostegno all'istituto Barbarigo di Venezia e esponente di estrema destra, che già in passato era finito nell'occhio del ciclone per alcuni post pubblicati sempre su Facebook. Il caso risale al 2012 e la vicenda processuale si concluse con l'assoluzione del docente: secondo il giudice, infatti, Sartori non aveva istigato alla violenza e all'odio razziale postando su Facebook la frase «il Ku Klux Klan è l'unica via». A distanza di anni la vicenda sembra comunque ripetersi, ma sia lui che la moglie Alessandra Michieletto, pure lei insegnante a Venezia e sindacalista della Gilda, preferiscono non intervenire, convinti che si tratti di una montatura che si concluderà, anche in questo caso, con un nulla di fatto.
I POST

I post del professore, su cui sono ora puntati i riflettori, denigrano la Costituzione, inneggiano ai lager in Libia e offendono la senatrice ebrea Liliana Segre. A presentare nei giorni scorsi un esposto alla Procura della Repubblica, alla Questura e al dirigente scolastico Rachele Scandella sarebbero stati gli stessi genitori degli studenti. E mentre il professore si dice tranquillo, a voler far chiarezza è il ministro dell'Istruzione in persona che ha già fatto richiesta di accertamenti su quanto accaduto e annunciato l'allontanamento del prof dall'insegnamento qualora le accuse fossero fondate.
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Il Gazzettino