IL CASO VENEZIA Scontro tra istituzioni sulla Pedemontana Veneta, la superstrada

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IL CASOVENEZIA Scontro tra istituzioni sulla Pedemontana Veneta, la superstrada a pagamento in fase di realizzazione tra le province di Treviso e Vicenza. La Procura di Vicenza ha...

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IL CASO
VENEZIA Scontro tra istituzioni sulla Pedemontana Veneta, la superstrada a pagamento in fase di realizzazione tra le province di Treviso e Vicenza. La Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per «valutare la compatibilità ambientale dell'opera e verificare il rispetto delle norme ambientali nel corso della costruzione». Giusto dieci giorni fa, condividendo un video su Facebook di un'esponente pentastellata, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa aveva annunciato un'ispezione dei carabinieri del nucleo operativo ecologico. Sbottando: «Ora basta».

Un comportamento che in Regione Veneto pare sia stato considerato a dir poco singolare, per non dire ai limiti dell'offesa istituzionale: mai s'era visto un ministro della Repubblica condividere sui social una denuncia di una militante del suo stesso partito, disponendo, senza alcun contatto sulla linea Roma-Venezia, un'indagine. Peraltro sposando accuse su lavori autorizzati dallo stesso ministero.
IL VIDEO
L'antefatto: Sonia Perenzoni, consigliere comunale del M5s a Montecchio Maggiore, posta su Facebook un video che mette a confronto com'era la costruenda Pedemontana nel marzo 2018 e com'è un anno dopo. «Hanno murato una discarica», dice Perenzoni, che già un anno fa aveva rivelato che la Pedemontana fra l'ingresso di Arzignano e l'uscita di Montorso, nel vicentino, era scavata in una montagna di rifiuti. A marzo 2019 aggiunge che il percolato continua a scendere nella falda e che bisogna intervenire.
Il 14 maggio il video di Perenzoni viene condiviso su Facebook dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Che scrive: «Ora basta. Gli altri hanno sporcato e tocca a noi pulire. Ecco la situazione nella Pedemontana: è qualcosa di insostenibile. Questa mattina ho attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico. Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti».
Mercoledì 22 maggio la Guardia di finanza e i carabinieri forestali, su ordine della Procura di Vicenza del 21 maggio, si presentano negli uffici della Pedemontana e si portano via un pacco di carte.
LA REAZIONE
Con una nota diffusa dall'ufficio stampa della Regione Veneto, il commissario per la Pedemontana Marco Corsini ieri ha reso noto una puntualizzazione del direttore della Struttura di progetto Elisabetta Pellegrini e del direttore dell'Ambiente Nicola Dell'Acqua. Primo: la discarica di Montecchio non l'ha creata la Pedemontana, c'era già, «semmai l'obbligo di passare con il tracciato dell'infrastruttura su queste aree occupate da masse di rifiuti, più o meno conosciute, obbliga il concessionario, a proprie spese comunque rientranti nel costo a corpo di Pedemontana, alla bonifica della parte di sedime interessata. Questo comporta che almeno per la parte interessata dalla nuova strada i rifiuti vengono smaltiti e portati a discarica, e quindi la costruzione di Pedemontana non peggiora la situazione, semmai la allevia».
Secondo: dopo la riunione del 16 maggio convocata dal Comune di Montecchio Maggiore, l'Arpav il giorno 20 ha eseguito un sopralluogo in cantiere, «dopo circa tre giorni di pioggia pressoché ininterrotta, verificando che da due delle numerose giunzioni dei pannelli di confinamento dei rifiuti residui percolava acqua che è stata campionata». Gli esiti delle analisi sono stati resi noti ieri: 1) Vi è una modesta presenza di azoto in forma ridotta (ammoniacale e nitroso, entro comunque i limiti stabiliti per le acque di scarico) che è compatibile con il contatto con rifiuti non ancora completamente mineralizzati; 2) Assenza di metalli pesanti (salvo rame, alluminio e manganese comunque in concentrazione inferiore ai limiti di scarico e di potabilità); 3) I Pfas sono presenti in quantità modesta (120 ng/l) comunque inferiore a quella della falda di zona.

Terzo: i lavori nella galleria di Malo sono stati autorizzati da tre ministeri, tra cui quello dell'Ambiente. Il ricorso dei comitati del Covepa contro l'approvazione del ministero non ha ottenuto la sospensiva da parte del Tar del Lazio. Si attende la sentenza.
Al.Va.
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Il Gazzettino