IL CASO VENEZIA «L'odio e il disprezzo per il prossimo perché di religione

IL CASO VENEZIA «L'odio e il disprezzo per il prossimo perché di religione
IL CASOVENEZIA «L'odio e il disprezzo per il prossimo perché di religione diversa da quella che professo io non fa parte del mio essere». ...

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IL CASO
VENEZIA «L'odio e il disprezzo per il prossimo perché di religione diversa da quella che professo io non fa parte del mio essere».

Sono le parole di Nicolò Leotta, il 32enne avvocato con studio a Dorsoduro che si è proposto sindaco alle amministrative di Bovolenta (Padova), in programma nella primavera del prossimo anno. Nell'occhio del ciclone, una affermazione di Leotta, all'indirizzo dei Testimoni di Geova che in paese hanno realizzato da poco la sala per i loro incontri. Secondo le parole di Leotta la sala sarebbe «da destinare ad usi diversi, anche da abbattere, anche con la ruspa, che so usare». Per queste affermazioni Leotta è stato querelato.
«Tengo a precisare che dal 2006 sono impegnato nel sociale ed in particolare nel soccorso sanitario - afferma -.Tra le tante attività sociali, di questo settore, ne vanno menzionate in particolare due: nel 2009, a Milano, ho ricevuto un riconoscimento per aver aiutato le popolazioni più bisognose dell'Africa, mentre dal 2011, operativamente da ottobre 2012, esiste grazie alla mia persona e alla mia famiglia Croce Blu Veneto Onlus». L'avvocato ricorda poi che «proprio sulla Croce Blu Veneto Onlus non bisogna dimenticare che per circa 5 anni ha operato sul territorio di Bovolenta a favore di tutti i cittadini. Questo dimostra di che pasta sono fatto e che la mia forma mentis è ampiamente rivolta al sociale». Sulle affermazioni all'origine della querela Nicolò Leotta sottolinea che «il post ove si dichiara che so guidare la ruspa, deve essere interpretato in modo chiaro, senza per forza vedere un reale e concreto pericolo per i Testimoni di Geova; capendo comunque che Facebook non possa trasmettere il reale pensiero. Ci tengo a formulare le mie scuse nel caso in cui qualche cittadino, o semplice frequentatore di codesto credo religioso, si sia sentito, anche solo in parte, offeso». E prosegue il suo ragionamento: «Avendo realizzato vari incontri con la popolazione, mi sarei aspettato un dialogo con le persone che si sono sentite offese ed hanno deciso di querelarmi; sottolineo questo perchè la mia persona era ed è aperta al dialogo dunque si sarebbe potuto chiarire ogni forma di malinteso o interpretazione senza arrivare a forme estreme come la querela». Per Leotta «la politica vista dalla mia persona è ben altro, e chi si aspetta una campagna elettorale a suon di querele si sbaglia di grosso. Dopo aver chiarito tale situazione a dir poco spiacevole, spero che la campagna elettorale sia focalizzata sul futuro del Paese e non solo su quello che dico io»..

Nicola Benvenuti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino