IL CASO VENEZIA Il recupero dell'oasi degli Alberoni si allontana, così

IL CASO VENEZIA Il recupero dell'oasi degli Alberoni si allontana, così
IL CASOVENEZIA Il recupero dell'oasi degli Alberoni si allontana, così come tanti altri interventi ambientali del cosiddetto Piano Europa per la compensazione dei danni causati...

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IL CASO
VENEZIA Il recupero dell'oasi degli Alberoni si allontana, così come tanti altri interventi ambientali del cosiddetto Piano Europa per la compensazione dei danni causati dal Mose. Interventi per oltre 200 milioni di euro imposti a suo tempo dall'Unione europea, che ormai fanno parte integrante del sistema Mose, ma che procedono ancora più a rilento del resto. Un gap che negli ultimi mesi si è accentuato: a fronte dell'urgenza di ultimare i lavori alle bocche di porto per alzare le barriere, infatti, il resto dei cantieri sembra essere passato in secondo piano. Lo denuncia il Wwf Venezia che da anni segue l'oasi degli Alberoni, preoccupato per lo stallo in cui è finito il progetto di recupero di quest'area naturalisticamente così importante del Lido. Le opere di compensazione non sono un di più, non vanno realizzate per assecondare un capriccio di qualcuno, magari degli ambientalisti, sono obbligatorie scrive in una lettera aperta Jacopo Capuzzo, del direttivo Wwf Venezia, referente per l'oasi. Ma il problema più generale delle opere di compensazioni in ritardo emerge anche dall'ultimo cronoprogramma inviato dal Cvn al Provveditorato, dove per vari interventi del Piano Europa la conclusione dei lavori slitta a fine 2023.

L'ACCUSA DEL WWF
Nella lettera aperta del Wwf Capuzzo ripercorre le vicende delle opere di compensazioni relative all'oasi degli Alberoni, per cui l'associazione ambientalista si è sembra battuta. Ricorda il protocollo d'intesa siglato nel 2010 tra l'allora Magistrato alle acque, Comune, Municipalità e Wwf, che costituì un gruppo di lavoro che doveva definire le caratteristiche del progetto di recupero. In realtà tutto restò sulla carta per mancanza di finanziamenti. Poi ci fu la grande retata, il recupero del protocollo, ma le difficoltà a reperire i finanziamenti. Un problema che sembrava essersi risolto nel 2018, quando l'ex provveditore Roberto Linetti assicurò che i soldi c'erano e fece ripartire il progetto. Ma dopo l'ultima riunione del gruppo di lavoro del luglio scorso, con il pensionamento di Linetti, il Wwf non ha saputo più nulla, di recente ha chiesto anche un accesso agli atti per capire di più. Mi sorge il sospetto che i soldi dedicati alle opere di compensazione siano nuovamente spariti, ovvero che quelli che ci sono siano tutti destinati al Mose accusa Capuzzo. In ballo, solo per gli Alberoni, ci sono almeno 4 milioni e mezzo di euro. Soldi con cui ripristinare la continuità delle dune, eliminare costruzioni abusivi e degradate, creare un punto informativo, percorsi e sistemi di protezione dell'habitat. Ma quando?
LAVORI RINVIATI
Il recente cronoprogramma del Cvn conferma lo slittamento di vari interventi. Per gli Alberoni si immagina di concludere i lavori nel marzo 2023. Al 2021 slitta il ripristino del litorale di Pellestrina. Addirittura a fine 2023 il completamento del recupero di Forte San Felice, dei nuovi habitat a Ca' Roman, Santa Maria del Mare, Punta Sabbioni... Due anni dopo la scadenza fissata per la conclusione del sistema Mose. Tempi troppo lunghi per il Provveditorato che li sta contestando al Cvn. Si vedrà come finirà.

Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino