IL CASO UDINE Non bastavano i passaggi a livello, d'estate i residenti di via

IL CASO UDINE Non bastavano i passaggi a livello, d'estate i residenti di via
IL CASOUDINE Non bastavano i passaggi a livello, d'estate i residenti di via del Bon si ritrovano ora alle prese anche con i prati trascurati sui terreni di proprietà di Rete...

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IL CASO
UDINE Non bastavano i passaggi a livello, d'estate i residenti di via del Bon si ritrovano ora alle prese anche con i prati trascurati sui terreni di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana. Basta percorrere la via per scorgere il disagio, o meglio, i disagi. In prossimità del primo passaggio a livello sono ancora appesi, ormai da mesi, gli striscioni della vergogna e della rabbia dei residenti per le tante promesse vane sull'eliminazione dei passaggi a livello, un'operazione che, chissà quando, ripartirà, e della quale è stato investito, in sede ministeriale, l'ormai ex sottosegretario ai trasporti, Armando Siri, la cui carica è stata revocata a seguito dell'inchiesta che lo vede coinvolto con l'accusa di corruzione. Il tavolo era pronto già la scorsa primavera, poi, successo quello che è successo, il silenzio. Considerando anche l'attuale situazione romana, togliere i passaggi a livello a Udine sarà decisamente l'ultimo dei sentieri. E questo è un problema che non va mai in vacanza.

Poche centinaia di metri più avanti, però, ce n'è un altro di problema, stavolta stagionale. Dove correvano i vecchi binari, la porzione di terreno è rimasta abbandonata a sé stessa e l'erba cresce rigogliosa ai lati della strada, vicino a case e palazzine e oggi raggiunge, anzi oltrepassa, il mezzo metro d'altezza. Un po' di sano verde in città? Decisamente no. Già alla vista lo spettacolo non è decoroso e a poco sono valse le missive inviate da alcuni residenti a Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria dei terreni, in cui si sollecitava lo sfalcio dell'erba che oggi, dove e quando è possibile, viene curata dai privati cittadini, armati di falce e tanta buona volontà. Ma non si tratta solamente di un pfroblema di decoro urbano. D'estate, infatti, l'erba alta favorisce l'avvicinamento di animali che, tendenzialmente, i cittadini non gradiscono, come topi e serpentelli. In più di un caso i residenti della via si sono ritrovati giardini e garage frequentati da questi animali, tra raccapriccio e timore. E non c'è nemmeno la speranza che quei terreni facciano parte dei beni non più strumentali all'attività ferroviaria, per i quali Rfi ha attivato un piano di dismissione di aree e terreni non più funzionali all'esercizio ferroviario, tra cui anche le linee dismesse. A Udine, oltre a due appartamenti, le uniche aree interessate dalle dismissioni sono un terreno libero di 571 metri quadri, in via Pozzuolo, da destinare a uso hobbistico, e l'area dell'ex scalo Gervasutta, tra le vie Calatafimi, Marsala e Gervasutta, Un'area di 13.860 mq in gran parte asfaltata e recintata, destinata a parcheggi di uso pubblico. La vecchia linea di via del Bon continuerà a rimanere di proprietà di Rfi e, con buona pace dei residenti, un'area eccessivamente verdeggiante, gestibile solo fino a che ci saranno cittadini operosi e dotati di senso civico, quei cittadini che, nella stessa via, fanno da contraltare ai tanti maleducati che hanno portato un residente ad appendere sulla propria porta d'ingresso un singolare cartello: Non è un cesso per cani. Così, a Sud di Udine, va avanti una triplice battaglia contro passaggi a livello, inciviltà e incuria.
Lisa Zancaner
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino