IL CASO TREVISO Meno scartoffie, ma una maggior responsabilizzazione degli operatori

IL CASO TREVISO Meno scartoffie, ma una maggior responsabilizzazione degli operatori
IL CASOTREVISO Meno scartoffie, ma una maggior responsabilizzazione degli operatori del settore. C'è questo scambio alla base del protocollo siglato tra l'Usl Marca Trevigiana e...

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IL CASO
TREVISO Meno scartoffie, ma una maggior responsabilizzazione degli operatori del settore. C'è questo scambio alla base del protocollo siglato tra l'Usl Marca Trevigiana e l'Unascom Confcommercio provinciale riguardo ai controlli igienico- sanitari nei pubblici esercizi e nei negozi del comparto alimentare. Un accordo pilota a livello nazionale («Anche altrove ci hanno provato, senza però raggiungere un'intesa concreta» hanno spiegato i rappresentanti dell'azienda socio-sanitaria). In buona sostanza, in bar, ristoranti, gastronomie, rosticcerie, panifici, macellerie e affini (8.500 in provincia, 4mila iscritti a Confcommercio) non si dovrà più annotare ogni tot ore la temperatura dei banconi refrigerati per i cibi o compilare pagine di registri con i turni di pulizia dei locali. E allo stesso modo si potranno evitare altri passaggi.

L'IDEA
Le prescrizioni sull'igiene e l'adeguata conservazione e lavorazione degli alimenti, ovviamente, restano valide. Così come continueranno ad essere effettuati i controlli: l'apposita struttura dell'Usl ne effettuata circa 1.300 all'anno, elevando in media 50-60 sanzioni. Spesso, però, l'adempimento cartaceo rischiava diventare un'incombenza formale e, una volta riempita la scheda, l'operatore finiva per sentirsi sgravato di ogni responsabilità concreta (in alcuni casi gli ispettori hanno trovato moduli già compilati fino all'anno successivo). Così si è preferito rovesciare la prospettiva: semplificare la vita degli esercenti, in termini di tempo e di costi, perché possano concentrarsi su un miglior servizio alla clientela. «Con la semplificazione, ribaltiamo un concetto, quello del controllo repressivo, che diventa invece un incontro propositivo con l'impresa basato su una nuova consapevolezza della sicurezza alimentare e su alcuni concetti molto semplici e basilari che garantiscono una corretta gestione della cucina e degli alimenti» notano Girlando e Stefano De Rui, coordinatore dell'area sicurezza alimentare e veterinaria, e Giuseppina Girlando, responsabile del servizio di igiene degli alimenti dell'Ulss 2, assicurando che questo non equivale affatto a ridurre le tutele per la salute dei consumatori.
L'ACCORDO

L'accordo prevede la possibilità di richiedere un'ispezione preventiva per individuare le situazioni critiche e corsi di formazione periodica per titolari e dipendenti (incentivata anche con un contributo da cento euro). Uno specifico logo identificherà gli esercizi aderenti e il protocollo, inserito in una più ampia collaborazione tra Ulss e Unascom, si applica alle ditte fino a dieci addetti e due milioni di fattuato, ossia oltre il 90% del totale: «Nel nostro territorio, le microimprese sono la spina dorsale dei piccoli paesi e dei centri urbani osserva Riccardo Zanchetta, presidente del comparto alimentare di Confcommercio Treviso, insieme a Dania Sartorato, della Fipe, e Federico Capraro, presidente dell'associazione imprenditoriale -. La trasformazione del controllo da momento repressivo a momento incentivante diventa una leva di crescita e cambiamento fondamentale».
Mattia Zanardo
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino