IL CASO TREVISO «Abbiamo paura, non vogliamo ammalarci». La protesta

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IL CASOTREVISO «Abbiamo paura, non vogliamo ammalarci». La protesta dei residenti del grattacielo di via Pisa in centro a Treviso è sfociata ieri mattina in un sit - in davanti...

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IL CASO
TREVISO «Abbiamo paura, non vogliamo ammalarci». La protesta dei residenti del grattacielo di via Pisa in centro a Treviso è sfociata ieri mattina in un sit - in davanti al condominio in cui, stando a quanto preannunciato, erano stati trasferiti i primi 5 richiedenti asilo negativizzati prevenienti dall'ex caserma Serena, tuttora in quarantena per il maxi focolaio scoperto ormai due settimane fa grazie ai tamponi a tappeto effettuati dall'Usl. «Nessuno ci ha informati del trasferimento, e ci siamo trovati con dei nuovi inquilini che non indossavano le mascherine e non rispettavano le norme di distanziamento» ha spiegato l'amministratore del grattacielo Alessandro Zuin durante l'incontro con i residenti, al quale ha preso parte anche il sindaco Mario Conte: «L'isolamento deve essere garantito all'interno della caserma - ha detto il primo cittadino - anche ricorrendo se necessario all'utilizzo dell'esercito. In questo momento tutelare il territorio e la sicurezza dei cittadini è più importante della stessa chiusura del centro accoglienza, che è e rimane una pentola a pressione pronta ad esplodere».

LE RASSICURAZIONI
La Prefettura di Treviso, in tarda mattinata, a sit - in concluso, ha però escluso che i 5 migranti negativizzati, affidati alla cooperativa Hilal di Abdallah Khezraji, fossero stati collocati negli appartamenti al sesto piano del condominio di via Pisa. «Sono stati portati in un altro centro accoglienza - ha reso noto la Prefettura -, per evitare speculazioni e problemi, anche se ovviamente queste persone, in quanto sane, sono libere di spostarsi liberamente». Dove siano state portate, però rimane top secret. Anche Khezraji ha assicurato che gli ex ospiti della struttura non sono mai stati portati in via Pisa. «Mi riservo di querelare Zuin, perchè ha diffuso informazioni che afferiscono alla sfera della privacy: si tratta di persone sane, certificate dall'Usl, che è un'istituzione, e quindi libere di stare dove vogliono».
IL GIALLO

Nel pomeriggio di ieri, però, i 5 migranti portati il giorno prima in via Pisa sono stati nuovamente spostati. «A questo punto non capiamo il motivo - dicono i residenti -, perchè spostarli se davvero non provenivano dalla Serena? Noi non siamo contro i profughi, anche prime ce n'erano qui, ma chiediamo più trasparenza». (a.belt)
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Il Gazzettino