IL CASO SANTA MARIA DI SALA «Chiuderemo l'anno con una crescita in linea

IL CASO SANTA MARIA DI SALA «Chiuderemo l'anno con una crescita in linea
IL CASOSANTA MARIA DI SALA «Chiuderemo l'anno con una crescita in linea con i primi nove mesi e con le risorse raccolte in Borsa, circa 165 milioni, puntiamo a nuove acquisizioni...

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IL CASO
SANTA MARIA DI SALA «Chiuderemo l'anno con una crescita in linea con i primi nove mesi e con le risorse raccolte in Borsa, circa 165 milioni, puntiamo a nuove acquisizioni già nel 2019, già nel mirino qualcosa di importante in Asia dove abbiamo giù uno stabilimento in Cina».

Nicola Piovan, 55 anni, apre la sua azienda per raccontare uno dei gruppi multinazionali più all'avanguardia del Nordest. Un gioiello che quest'anno dovrebbe chiudere intorno ai 240 milioni di fatturato (213 del 2017) con un ebitda ampiamente positivo e un utile importante. «Pensiamo di non distribuire dividendo per destinare tutte le risorse alla crescita - spiega questo imprenditore veneziano di terza generazione che ha sviluppato l'azienda fondata dal nonno Costante nel 1934 a Padova portandola a essere il leader mondiale nella produzione dei sistemi ausiliari di automazione dei processi produttivi per lo stoccaggio, trasporto e trattamento di polimeri e polveri plastiche, tutto integrato e digitalizzato.
«La nostra forza è aver creato un network globale di assistenza con 4 stabilimenti produttivi a livello internazionale che si affiancano ai tre italiani portando l'occupazione totale a quasi 1100 persone - spiega Filippo Zuppichin, 50 anni di Latisana (Udine), ceo di questo gruppo che si è quotato in Borsa due mesi fa - il nostro è un mercato molto frammentato. Noi vogliamo essere quelli che lo consolidano non solo nella plastica ma anche nel food». «Nel 2019 non vedo una recesisone e noi cresceremo ancora: nei prossimi cinque anni contiamo di aumentare il fatturato a 300 milioni, le nuove acquisizioni potrebbero far lievitare questa previsione - delinea Piovan - dopo il food potremo svilupparci anche nella chimica e nella farmaceutica. Siamo davanti a una decisa trasformazione tecnologica e noi vogliamo essere protagonisti».
BIOPLASTICA E RICICLO

Lo spazio nel mercato il gruppo Piovan lo sta trovando a colpi di innovazione - «Per noi lavorano 170 ricercatori e abbiamo diversi brevetti», specifica Zuppichin - e sviluppo: «Entro luglio dell'anno prossimo dovremo concludere i lavori del nuovo stabilimento qui a Santa Maria di Sala (Venezia), un investimento di 15 milioni per circa 15mila metri quadrati di superficie coperta che ci permetterà di far rientrare una parte delle produzioni attualmente all'esterno». Piovan vuole crescere anche se in Italia la burocrazia frena: «Abbiamo chiesto i permessi per ampliare gli stabilimenti in Usa e qui a Venezia da un anno, là abbiamo finito sei mesi fa e la Contea ci ha dato anche dei contributi per assumere manodopera, qui concluderemo tra sei mesi e abbiamo in programma un'altra trentina di assunzioni senza nessun tipo di agevolazione», ricorda Piovan, che sulla Borsa ha le idee chiare: «Ero amministratore unico e oggi ho un cda di sette persone con il quale confrontarmi, gente d'esperienza come la professoressa Chiara Mio (presidente di FriulAdria) e Marco Stevanato, del gruppo padovano, e questo è sicuramente un vantaggio. In più la Borsa ti dà maggiore reputazione nei confronti dei nostri clienti come Fca, Bmw, Nestlè, San Benedetto, Coca Cola e ci permetterà di reperire più facilmente i migliori talenti sul mercato». Affascina anche l'altra sfida della Piovan: «Stiamo investendo molto negli impianti per riciclare la plastica e realizzare bioplastica, due settori che hanno grandi margini di crescita in futuro, soprattutto se finalmente i governi attueranno politiche decise su questo fronte. Serve anche più educazione civica: metà della plastica mondiale potrebbe essere prodotta dall'immondizia. Dobbiamo abituarci a pensarla come una risorsa».
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino