IL CASO ROMA Le tensioni della settimana elettorale rischiano di pesare anche

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IL CASOROMA Le tensioni della settimana elettorale rischiano di pesare anche sulla decisione del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, di creare un nuovo dipartimento sugli...

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IL CASO
ROMA Le tensioni della settimana elettorale rischiano di pesare anche sulla decisione del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, di creare un nuovo dipartimento sugli investimenti all'interno del ministero di via XX settembre. Una partita che si incrocia con quella della nomina di Biagio Mazzotta come successore di Daniele Franco alla Ragioneria generale. La creazione del nuovo super-dipartimento avrebbe fatto storcere il naso al Movimento Cinque Stelle che avrebbe intenzione di frenare in consiglio dei ministri il decreto preparato da Tria per mettere in piedi la nuova struttura. «Al cdm», spiegano fonti di governo del Movimento, «ci sarà tutt'al più soltanto un'informativa». La volontà sarebbe quella di approfondire degli aspetti che ancora non appaiono del tutto chiari. Alla nuova struttura disegnata da Tria sarà affidato un grande potere: potrà fare analisi, verificare gli impatti reali delle scelte prima e dopo, lavorare per attrarre investimenti pubblici e privati, proporre riforme per la spesa relativa agli investimenti, migliorare l'assetto normativo ma anche esprimere pareri sulle concessioni tariffarie in tema di infrastrutture pubbliche e incidere in concreto sui dossier che arrivano al Cipe, che è poi uno dei gangli per il quale passano molte delle risorse che arrivano sul territorio. Non solo. Alla nuova struttura passerebbero anche le competenze su affari legali e privatizzazioni, due competenze strategiche oggi di altri dipartimenti. Al vertice del neo-dipartimento ci sarà un direttore generale che si affiancherà a quelli del Tesoro, della Ragioneria, delle Finanze e del Personale. Un direttore il cui profilo sarebbe già stato individuato in quello di Alessandra Dal Verme, oggi Ispettore capo degli Affari economici alla stessa Ragioneria generale dello Stato e in corsa, fino a qualche giorno fa, con Mazzotta per la successione a Franco. I dubbi dei Cinque Stelle riguarderebbero il proliferare di organismi che si occupano di investimenti. Ne sono già stati battezzato altri due: InvestItalia, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, e Strategia Italia, la cabina di regia politica che dovrebbe sovrintendere su tutti i processi di rilancio delle opere pubbliche.

IL DOPPIONE
Con la spending review alle porte, per i Cinquestelle, la creazione di un doppione rispetto ad altre strutture sarebbe una contraddizione. La bozza del regolamento proposto da Tria parte delle indicazioni contenute nella legge di Bilancio, ma nella sua costruzione appare chiaro che è stata costruita come un abito su misura per il ministro dell'Economia, per il quale farà da consulente e redigerà studi e ricerche, affiancandolo nella programmazione degli investimenti e nella valutazione della fattibilità delle singole proposte normative. In pratica si tratterà di una task force strategica per gli investimenti italiani che, oltre a coordinarsi con InvestItalia e Strategia Italia, dovrà dialogare con gli altri ministeri che non hanno mai nascosto di essere gelosi delle proprie competenze in materia: dal ministero dei Trasporti a quello dello Sviluppo economico, dove sono insediate strutture per il rilancio e la gestione degli investimenti. Con la nascita della nuova struttura sugli investimenti i dipartimenti del ministero dell'Economia diventerebbero cinque. A Tesoro, Ragioneria generale dello Stato, Finanze, Amministrazione generale, si aggiungerebbe anche il nuovo dipartimento.

Andrea Bassi
Michele Di Branco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino