IL CASO ROMA Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici costituzionali

IL CASO ROMA Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici costituzionali
IL CASO ROMA Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici costituzionali hanno scelto il collega che da più tempo siede alla Consulta anche se resterà in carica per appena...

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IL CASO
ROMA Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici costituzionali hanno scelto il collega che da più tempo siede alla Consulta anche se resterà in carica per appena tre mesi. Si tratta di Mario Morelli, il giudice che in Cassazione aveva firmato la sentenza sul caso di Eluana Englaro, dal 2018 vice presidente della Corte Costituzionale. Il successore di Marta Cartabia però lascerà il 12 dicembre prossimo quando scadrà il suo mandato di 9 anni di giudice costituzionale, dove è giunto nel 2011 eletto dai magistrati della Cassazione.

IL DIBATTITO
Indipendentemente dall'indiscusso valore professionale di Morelli il nodo della presidenza breve ha finito per spaccare la stessa Corte. Morelli non è il primo presidente della Consulta per poche settimane e questo andazzo è sempre stato oggetto di discussioni non solo per l'evidente disfunzionalità ma anche perché il presidente della Consulta mantiene tutta una serie di benefit concreti (ad esempio l'auto blu con autista) anche dopo l'addio alla carica, che si aggiungono a una pensione da favola. Non a caso negli ultimi tempi erano stati eletti presidenti con mandati più lunghi.
In tempi di debito pubblico al 160% la presidenza breve della Consulta suscita perplessità che sono arrivate fin dentro l'urna della Corte. Morelli è passato a maggioranza e solo alla seconda votazione con 9 voti a favore. Cinque sono andati a Giancarlo Coraggio (futuro presidente al 99,9%) e uno a Giuliano Amato, che avrebbero potuto assicurare una guida più lunga. Tutti e due sono stati nominati vicepresidenti da Morelli, che intende accentuare la «collegialità» della Corte come antidoto alle «criticità» della presidenza breve, come ha spiegato il neo presidente nella tradizionale conferenza stampa.
«In 3 mesi non si può fare quanto in 3 anni», ma il principio dell'anzianità (da cui si è deviato solo in 4 casi) «assicura serenità e indipendenza», ha detto Morelli, affrontando esplicitamente il tema. La Consulta ha comunque visto già diverse presidenze brevi: Giuliano Vassalli, Giovanni Conso, Giuseppe Tesauro, Giovanni Maria Flick sono stati al vertice della Corte per poco più di tre mesi. E ancora meno tempo (44 giorni) Vincenzo Caianiello.

Romano, 79 anni, sposato, con due figlie, Morelli ha diviso la sua carriera di giudice tra la Cassazione e la Consulta, dove prima di essere eletto giudice è stato per 30 anni assistente di studio, partecipando all'istruttoria del processo Lockheed. Alcune sue teorie hanno fatto breccia nella giurisprudenza costituzionale: come la possibilità di estendere la garanzia di inviolabilità ai nuovi diritti. «C'è una classe di diritti che dobbiamo far rispettare che non nascono dall'alto ma sono richiesti dalla coscienza sociale», ha ribadito Morelli in conferenza stampa.
D.Pir.
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Il Gazzettino