IL CASO ROMA Carlo si potrà vaccinare. Ieri infatti il ragazzo aretino

IL CASO ROMA Carlo si potrà vaccinare. Ieri infatti il ragazzo aretino
IL CASO ROMA Carlo si potrà vaccinare. Ieri infatti il ragazzo aretino di 16 anni, il cui nome è un nome di fantasia, ha vinto la sua battaglia contro uno dei suoi genitori che...

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IL CASO
ROMA Carlo si potrà vaccinare. Ieri infatti il ragazzo aretino di 16 anni, il cui nome è un nome di fantasia, ha vinto la sua battaglia contro uno dei suoi genitori che non voleva che si immunizzasse dal Covid-19.

La madre, mentre il padre aveva dato il suo consenso, aveva trascinato il figlio in tribunale nel giugno scorso perché contraria a fornire il suo parere favorevole alla somministrazione, necessario per accedere agli hub vaccinali. E ieri è arrivata la sentenza: il giudice tutelare di Arezzo ha disposto in via d'urgenza la vaccinazione di Carlo, chiedendo che il personale dell'accettazione del centro vaccinale acquisisca prima di procedere sia il suo consenso che quello del genitore favorevole.
LA SENTENZA
«Si tratta di una sentenza storica. Il giudice dice che il grande minore può esprimere il consenso e che la sua volontà può prevalere su quella dei genitori», esulta l'avvocato Gianni Baldini presidente Ami Toscana, associazione di legali che per prima ha raccolto le richieste a vaccinarsi contro il Covid di molti minori, a cui i genitori non hanno voluto o non vogliono concedere il consenso. «Il grande minore ha un'età superiore a 16 anni. Ai sensi del codice civile può, previa autorizzazione dei genitori, sposarsi o anche aprire un'impresa, ma non decidere autonomamente relativamente ad un trattamento sanitario sul proprio corpo», spiega Baldini, che commenta la sentenza del Tribunale di Arezzo nella quale il giudice scrive: «Visto, ritenuta la necessità e l'urgenza, autorizza la vaccinazione del minore raccomandando alla commissione medica vaccinatrice di raccogliere anche il suo consenso unitamente a quello del padre, con effetto immediatamente esecutivo».

Quello di Carlo non è un caso isolato. «Non ci sono alternative. Se voglio tornare a uscire, divertirmi, viaggiare, ma anche semplicemente frequentare i miei amici in sicurezza, devo vaccinarmi», dice un 17enne fiorentino, che si è rivolto all'Associazione avvocati matrimonialisti (Ami) della Toscana dopo che i suoi genitori, entrambi no-vax, gli hanno negato il consenso a ricevere il vaccino anti-Covid. «I miei genitori dicono che i vaccini non sono sicuri, ma è una boiata», protesta il ragazzo, che si è rivolto all'associazione di matrimonialisti (che ha una convenzione con il ministero dell'Istruzione), tramite la scuola che frequenta.
F.Mal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino