IL CASO PORDENONE La revoca della patente di guida a una persona condannata per

IL CASO PORDENONE La revoca della patente di guida a una persona condannata per
IL CASOPORDENONE La revoca della patente di guida a una persona condannata per droga non può essere un automatismo, ma va valutata caso per caso dal Prefetto. Così si è...

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IL CASO
PORDENONE La revoca della patente di guida a una persona condannata per droga non può essere un automatismo, ma va valutata caso per caso dal Prefetto. Così si è espressa la Corte Costituzionale su una questione sollevata dal Tar del Friuli Venezia Giulia in merito al ricorso presentato da un pordenonese che era stato condannato per detenzione di 17 grammi di anfetamine. Non è trafficante. Aveva soltanto qualche pasticca nel freezer, tanto che ha potuto patteggiare una pena che ha tenuto conto proprio della lieve entità del fatto.

L'uomo si era rivolto all'avvocato Cristiano Leone perchè il provvedimento di revoca della patente gli impediva di utilizzare l'auto per andare a lavorare. Tutto ruota attorno all'articolo 120 del Nuovo codice della strada e a una questione di «requisiti morali» che vietano a delinquenti abituali, persone sottoposte a misure di sicurezza e condannati per spaccio di droga di mantenere o conseguire la patente. Le conseguenze di questi provvedimenti si possono immaginare. Basta pensare a chi non può raggiungere il luogo di lavoro con pullman o treno, a chi deve accompagnare figli minorenni a scuola o a chi deve raggiungere una struttura ospedaliera e vive in luoghi che non sono adeguatamente serviti da mezzi pubblici.

«Il mio cliente - spiega l'avvocato Leone - non era uno spacciatore. Gli avevano contestato soltanto la detenzione. Eppure nell'aprile dello scorso anno gli è stata revocata la patente dall'ex prefetto della Motorizzazione civile». Se il giudice ha la «facoltà» di disporre, dove lo ritenga opportuno, il ritiro della patente, secondo il Codice della strada il prefetto ha invece il «dovere» di disporre la revoca. Insomma, la Motorizzazione civile aveva le mani legate. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale appena depositata, se prima il prefetto provvedeva alla revoca della patente, adesso «può provvedere». La revoca diventa quindi discrezionale, ogni caso andrà valutato. E il caso pordenonese adesso tornerà all'attenzione del Tar del Fvg, a cui verrà chiesto di pronunciarsi nel merito.
C.A.
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Il Gazzettino