IL CASO MALBORGHETTO VALBRUNA Un'enorme valanga di roccia e di ghiaia ha invaso

IL CASO MALBORGHETTO VALBRUNA Un'enorme valanga di roccia e di ghiaia ha invaso
IL CASOMALBORGHETTO VALBRUNA Un'enorme valanga di roccia e di ghiaia ha invaso il valloncello dell'Alta Spragna generando una gigantesca nube di polvere biancastra: la frana che...

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IL CASO
MALBORGHETTO VALBRUNA Un'enorme valanga di roccia e di ghiaia ha invaso il valloncello dell'Alta Spragna generando una gigantesca nube di polvere biancastra: la frana che il 5 settembre aveva sfregiato la parete Nord del Buinz, magnifico sottogruppo del Montasio a picco sulla Val Saisera, ha concesso un bis dalle dimensioni impressionanti: un'intera struttura di parete è crollata allargando del quadruplo il fendente di mannaia del mese passato. Alla base della parete fra Modeon e Foronon del Buinz, poco sotto la sella fra le sue sommità a una quota di circa 1.900 metri, si è ora formato un immane conoide di pietre, massi e sfasciumi che hanno invaso e devastato definitivamente gli importanti sentieri sottostanti, che dal Bivacco Dario Mazzeni conducevano l'uno alla Forcella Lavinal dell'Orso e da lì al Rifugio Corsi (versante Sud del Gruppo Jof Fuart), l'altro alla Sella Nabois sopra il Rifugio Pellarini (versante Nord Jof Fuart).

LA FORTUNA
Mentre la Forestale traccia una prima valutazione di quanto è avvenuto, occorre ancora una volta sottolineare una straordinaria fortuna: come già ai primi di settembre, anche in questo crollo ben più consistente soltanto il caso ha voluto che nessun escursionista o alpinista passasse nell'Alta Spragna in quei frangenti: la nuova frana è avvenuta di lunedì, oltretutto con incerte condizioni meteo.
Avesse anticipato di un giorno o due, l'area sarebbe stata percorsa da diversi appassionati, attirati da un sole splendido e da temperature ancora piacevoli nelle ore diurne.
I MASSI
Ad un'attenta osservazione del colpo di mannaia lasciato sulla parete del Buinz, si può notare che alcuni massi di enormi dimensioni incombono ora sul conoide sottostante, largo peraltro centinaia di metri, sicché passare in quel tratto salendo dal bivacco non sarebbe propriamente un'iniziativa sicura
Non solo: ora che una parte di parete si è letteralmente sfasciata, risulta più facile constatare l'esistenza di una sorta di faglia, che potrebbe preludere a nuovi crolli al centro della parete Nord del Buinz.
LA SICUREZZA
Non è escluso, a questo punto, che il Comune di Malborghetto-Valbruna, competente per territorio su tutta la Spragna e il versante Nord del Gruppo del Montasio, decida di mettere in campo misure di sicurezza per allertare i tanti appassionati delle Terre Alte nelle Alpi Giulie.
IL COMUNE
Le autorità comunali, del resto, sono state subito informate con in testa il sindaco Boris Preschern e hanno già compiuto un primo sopralluogo con l'assessore Marisa Piussi nella zona di Malga Saisera, da dove l'evento è ben visibile in tutta la sua drammaticità. La conformazione geologica del Buinz appare piuttosto stratificata e composta a blocchi.
Si tratta in prevalenza di roccia calcarea piuttosto differente da quella del corpo centrale del Montasio, dove è presente una significativa componente di dolomia.
La logica vorrebbe che la roccia del Buinz sia più solida di quella del corpo centrale del Gruppo, ma evidentemente non sempre le considerazioni geologiche trovano conferme fattuali sul campo.
UN PARADISO
Il Gruppo del Montasio, che conferisce il suo antico nome al celebre formaggio tipico friulano, è popolato da decine di stambecchi e numerosi camosci. Si tratta di un autentico paradiso alpino attraversato longitudinalmente dall'importante sentiero alpinistico Ceria-Merlone, che proprio alla Forcella Lavinal dell'Orso si congiunge con il sentiero attrezzato Anita Goitan che attraversa invece il Gruppo Jof Fuart da Ovest a Est.
IL BIVACCO

L'itinerario non è stato danneggiato dal crollo, in quanto si trova in posizione più elevata e in ogni caso quasi completamente sul versante Sud del massiccio montuoso. In cima al Modeon del Buinz sorge un moderno e confortevole bivacco intitolato alla memoria dell'alpinista Luca Vuerich, fortissimo rocciatore compagno di Nives Meroi e del marito Romano Benet in numerose imprese di prima grandezza.
Maurizio Bait
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino