Il calcio e la danza hip-hop. Il Napoli, Mertens ed Hamsik. E poi i fratellini, i cuginetti e la gioia per la vita. A undici anni Ciro è già fuori dalla media dei suoi coetanei...
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Che cosa ti aspetti dai medici del Santobono?
«Che mi rimettano il piede a posto. Voglio tornare a ballare hip hop con il maestro Paolo Massa a Ischia. E voglio tornare subito a giocare a pallone con i miei amici».
Come hai trovato la forza di aiutare i tuoi fratellini?
«Ero in cucina con Mattias e quando ho visto che tutto stava cadendo attorno a noi, ho pensato di afferrare il mio fratellino e di trascinarlo con me nella nostra cameretta. Ci siamo nascosti sotto il letto perché quello è il nostro piccolo nascondiglio quando giochiamo. Poi ricordo il buio e la bocca piena di polvere. Ho avuto paura, ho pregato Gesù che ci aiutasse. Poi quando Mattias ha iniziato a piangere, ho cominciato a giocare con lui. Per molte ore ho fatto questo e gridavo anche con i signori che stavano sopra di noi e che scavavano per dire loro che eravamo vivi e stavamo bene. Forse moriamo, ho pensato, ma quando ci hanno detto che Pasqualino era stato tirato fuori e stava bene, questa cosa ha dato più forza a me e a Mattias».
Anche gli eroi, piccoli e grandi hanno paura?
«Tu non hai mai paura? Io sì. E la mia più grande paura in quel momento era che tutto potesse finire. Che non sarei più potuto stare insieme ai miei fratellini. Mattias, Pasquale, la bimba che sarà con noi. A Natale spero, così mi ha detto la mamma».
La signora Pinotti, il Ministro ti ha stretto la mano...
«Sì, e ha regalato un giocattolo a Mattias. A me invece una medaglia con il nastrino dei colori della bandiera italiana. La conserverò nella nostra cameretta non appena ne avremo un'altra».
Cosa dici al vigile del fuoco che vi ha tirato fuori? «Che non smetterò mai di dirgli grazie e che gli voglio un mondo di bene e gli auguro di salvare sempre tanti bambini».
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Il Gazzettino