IL BUSINESS TREVISO Sette anni di inchiesta, una minuziosa e lunghissima ricostruzione

IL BUSINESS TREVISO Sette anni di inchiesta, una minuziosa e lunghissima ricostruzione
IL BUSINESSTREVISO Sette anni di inchiesta, una minuziosa e lunghissima ricostruzione dei fatti che ha portato anche alla condanna in abbreviato di quattro persone, per un totale...

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IL BUSINESS
TREVISO Sette anni di inchiesta, una minuziosa e lunghissima ricostruzione dei fatti che ha portato anche alla condanna in abbreviato di quattro persone, per un totale di quasi ventisette anni di reclusione e oltre un milione di euro di multa. E ora arriva la richiesta di rinvio a giudizio per tre persone, tra cui l'avvocato trevigiano Stefania Filippi. Dopo 84 mesi di attività investigativa il sostituto procuratore Barbara Sabbatini ha chiuso le indagini sulla vicenda del traffico di immigrati clandestini che sarebbe ruotato intorno alla cooperativa sandonatese Forcoop. Ai tre indagati, che oltre all'avvocato Filippi sono i veneziani Patrizia Laiola, al tempo dei fatti presidente della Forcoop e Franco Biscaro, che avrebbe agito da facilitatore, la Procura di Treviso contesta il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

I PERMESSI
Secondo la Sabbatini Stefania Filippi si sarebbe occupata delle questioni legali, cioè di predisporre tutte le pratiche burocratiche necessarie per mettere in piedi il business dei permessi di soggiorno fondato su stage e apprendistato fittizi e altrettanto inesistenti contratti di lavoro offerti, o meglio promessi, a immigrati extracomunitari, che così pensavano di poter arrivare legalmente nel nostro Paese, oppure regolarizzare la propria posizione.
Almeno cinquecento gli stranieri coinvolti, finiti nella rete di una organizzazione ramificata tra le province di Treviso e Venezia che li avrebbe attirati con la promessa di una occupazione e quindi la possibilità di ottenere la residenza regolare. Un meccanismo sofisticato per aggirare la legge sull' immigrazione in Italia che, secondo la Procura di Treviso, prevedeva che ogni immigrato versasse una cifra di svariate migliaia di euro.
A far scoprire questo traffico di immigrati sarebbero stati proprio alcuni disperati che, dopo aver pagato il prezzo salatissimo per la loro regolarizzazione, non sarebbero però mai riusciti ad ottenere né il lavoro né il permesso di soggiorno e scoperto l'inganno hanno sporto denuncia. Interpellata, Stefania Filippi ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.

Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino