Il burkini vietato nelle spiagge spacca il governo

Il burkini vietato nelle spiagge spacca il governo
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PARIGI - Salgono i toni nella surriscaldata Parigi, dove ai 37 gradi di ieri si è aggiunto un aumento della temperatura politica nella maggioranza. Il pomo della discordia è il tormentone dell'estate, burkini sì o burkini no, in attesa della sentenza del Consiglio di stato, sollecitato dalla Lega per i diritti dell'uomo, che è slittata a oggi.

Intanto, ci hanno pensato Valls e Najat Vallaud-Belkacem, la sua fedele ministra dell'Educazione. «La proliferazione di decreti anti-burkini - ha affermato la ministra a Europe 1 con riferimento ai divieti in una trentina di comuni del costume da bagno "totale" esibito da alcune islamiche sulle spiagge - non è benvenuta. Penso che si ponga la questione delle libertà individuali, così si sdogana il razzismo». Al richiamo si è subito allineata la collega degli Affari Sociali e Sanità, Marisol Touraine: «tacere oggi sarebbe lasciar credere che non c'è altra strada possibile se non quella di questi divieti».
Accigliato, Valls ha risposto dai microfoni di Bfm e Rmc: «sono decisioni essenziali, adottate in presenza di rischi per l'ordine pubblico. Siamo in presenza di segnali di rivendicazione di un islamismo politico che punta a far sì che nello spazio pubblico si costringa la Repubblica ad arretrare».
E al giornalista che gli fa notare come l'Isis già utilizzi a fini di propaganda i filmati girati sulle spiagge, con i gendarmi che multano le donne in burkini, Valls risponde alzando la voce: «e allora va bene, lasciamo stare le donne velate, abbandoniamo la laicità, non siamo più la Francia!».
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Il Gazzettino