(F.Capp.) Un sogno nato e morto curiosamente lo stesso giorno, a distanza di tre anni. Era il 28 luglio 2011 quando il governatore Luca Zaia annunciò in pompa magna proprio a...
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Sicuramente il nuovo ospedale (dotato o meno di campus universitario, la questione non venne mai chiarita, con grande risentimento della compagine accademica) avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare la punta di diamante di una rete sanitaria che avrebbe visto intoccate e invariate le eccellenze dell'ospedale Sant'Antonio e dell'Istituto oncologico veneto.
28 luglio 2014: tabula rasa. Dietro-front su tutta la linea: il futuro dell'assistenza sarà in via Giustiniani. Dove, in principio (era la fine del Settecento), fu il Giustinianeo che a sua volta soppiantò l'ospedale di San Francesco Grande: sempre qui, con il tempo, si assistette a un visibile ampliamento delle strutture edilizie con un'accelerata nel corso del Novecento, quando vennero cantierizzati gli attuali Policlinico, il Monoblocco, alla metà degli anni Cinquanta la palazzina di Pediatria e quasi contemporaneamente tutte le altre Cliniche universitarie, facendo diventare l'Ospedale una città nella città, fortre di 30mila accessi giornalieri. Finchè a metà degli anni Ottanta si registrano i primi mugugni di medici e politici: «questo polo sanitario ci sta stretto», una discussione poi montata nel tempo: è negli anni Duemila che la querelle sul «Nuovo polo della salute per Padova» trova deciso spazio di conversazione con idee e proposte, istituzionali e non. Fino alla doccia fredda di ieri. E la discussione ricomincia.
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Il Gazzettino