Ideal: dalla crisi al rilancio in soli due anni

Ideal: dalla crisi al rilancio in soli due anni
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QUERO VAS - Non spendere di meno, ma guadagnare di più. E investire tutto sull'alta specializzazione e professionalità dei dipendenti, alla faccia della delocalizzazione. Ecco servito il segreto della competitività. Alla Ideal di Quero ne hanno fatto un mantra, una filosofia di vita. E i risultati sono ben visibili. Due anni fa l'azienda era sull'orlo del fallimento. Oggi, dopo un ambizioso piano di rilancio, vende componenti per occhiali di altissima qualità in tutto il mondo. Ha 111 dipendenti, assume, è tra i quattro maggiori produttori mondiali di cerniere per occhiali e solca con il vento in poppa l'alto mare del mercato internazionale. La scommessa sembra più che vinta. Tanto più che proprio ieri, in partenza per la Mido, la strategia 2.0 di Ideal ha compiuto due anni esatti. Due anni di successi. Era il 26 febbraio 2013 quando per evitare la chiusura e il licenziamento di oltre un centinaio di lavoratori, la nuova proprietà decise di investire due milioni di euro e varare il rilancio. «Un rilancio che passa per il made in Italy» dice Roberto Clamar, amministratore delegato dell'azienda. Ma sarebbe meglio dire «made in Quero», visto che tutto, ma proprio tutto, nasce e cresce nello stabilimento feltrino. Anzi, il piano di rilancio lo ha messo al primo punto: localizzazione integrale a Quero. Dai macchinari di produzione al prodotto finito, tutto viene fatto a Quero. E chi ci pensa più alla Cina? «Il made in Italy, anzi, il full made in Italy è il nostro vanto e il nostro segreto - spiega Clamar -. Andiamo fieri del fatto che i nostri prodotti sono totalmente realizzati, fin dall'arrivo della materia prima, nello stabilimento di Quero».

Insomma, made in Italy si può. Non serve andare a produrre lontano dall'Italia. Ideal lo dice chiaramente: nel video promozionale che portate alla Mido, ci sono sessanta secondi di fotogrammi della fabbrica «by night». E il sottotitolo è eloquente: «Provate a batterci sul costo del lavoro».
«Il made in Italy vince sulla competitività. E il basso costo del lavoro è controproducente, perché non crea valore aggiunto al prodotto. Proprio per questa filosofia abbiamo deciso di investire sulle risorse umane e sulla qualificazione. Le macchine di produzione le progettiamo noi e abbiamo creato l'Ideal Academy, una «scuola» interna di formazione continua, per non disperdere le tante professionalità che abbiamo. Un esempio dell'innovazione? Quando siamo arrivati i pezzi difettosi si misuravano in percento; oggi in parti su un milione».

Innovazione che porterete anche alla Mido. Ci svela qualche novità? «Andiamo alla Mido con un cospicuo ampliamento della famiglia dei prodotti. Abbiamo un centinaio di novità. E soprattutto design nuovi per le meccaniche nascoste all'interno delle aste degli occhiali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino