I ristoratori dei Colli: «Per cominciare a rivivere dovremo aspettare l'estate»

I ristoratori dei Colli: «Per cominciare a rivivere dovremo aspettare l'estate»
COLLI EUGANEIPergolati, verande e dehors che valgono oro. E che costituiscono per i ristoratori dei Colli, un'àncora di salvezza in vista dell'estate, dopo una stagione...

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COLLI EUGANEI
Pergolati, verande e dehors che valgono oro. E che costituiscono per i ristoratori dei Colli, un'àncora di salvezza in vista dell'estate, dopo una stagione primaverile già compromessa dagli effetti delle chiusure e delle zone rosse. La soddisfazione dei ristoratori di poter riaprire a pranzo e a cena in esterna, dopo il 26 aprile, tuttavia è ancora mista di preoccupazioni e di incertezze. E si unisce alla rabbia di aver già perso, con la Pasqua appena trascorsa, uno degli eventi clou per il fatturato dei loro locali.

«I miei spazi aperti sono già pronti ha esordito Nicola Lionello, titolare del ristorante da Taparo a Torreglia e questo mi consente di sbloccare alcune prenotazioni che erano rimaste bloccate. Siamo però ancora fermi agli annunci del presidente del Consiglio dei Ministri che non si sono ancora tradotti in norme. Restano gli interrogativi su distanze ed orari serali. Finchè questi non saranno definiti, i clienti non saranno nelle condizioni di prenotare».
Il sì alle riaperture all'aperto costituisce dunque per lo più un buon annuncio per l'estate. «Se finora sottolineano i gestori dell'antica Trattoria da Ballotta a Torreglia il nostro destino era legato alle direttive del Governo, ora dipenderà dai voleri di Giove Pluvio. Dovremo magari stringere i denti a maggio, se la stagione sarà incerta. Nella speranza di rifarci a giugno e luglio». Ci sono anche gestori disposti pure ad attrezzarsi pur di offrire posto all'aperto ai propri commensali non appena vi sarà il via libero dal Governo. «Sarà il caso di mettere in funzione dei funghi - commenta Nicola Pellizzari, titolare dell'omonimo ristorante di Montegrotto ma quello che conta, comunque, è che in questa fase di stagione molti appuntamenti che contano per i locali come i pranzi di matrimonio e comunione sono andati definitivamente persi. Del resto sin che non tornano turisti a Padova e alla Terme, anche le presenze sui ristoranti riserveranno larghi vuoti».
Anche gli agriturismi attendono impazientemente il via libera alle tavole all'aperto dopo il 26 aprile. E non soltanto perché l'apertura serale vale l'80% del proprio fatturato. «La misura spiega Daniele Scaramuzza, presidente dell'associazione agriturismi Terranostra di Coldiretti è ormai ossigeno vitale per quelle strutture che soprattutto dopo lo stop and go delle aperture dei mesi scorsi hanno subito un forte taglio di redditi». Peccato però che le risorse costituite da verande, pergolati e dehors non siano alla portata di tutti. Se i ristoratori dei Colli potranno avvalersi di spazi attrezzati per i pranzi all'aria aperta e per le cene sotto le stelle, non altrettanto potrà dirsi per i loro colleghi delle zone termali, che chiedono ai sindaci interventi urgenti per aumentare la disponibilità di spazi. La questione è già all'ordine del giorno della giunta di Abano, che martedi affronterà la questione.

Il sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello. «Sono pronto - ha detto - a studiare la chiusura e la pedonalizzazione di spazi per riservarli a tavole e sedie. Ma la scelta è anche conseguente alle presenze turistiche. E allora mi aspetto che anche il presidente Zaia faccia la sua parte per riportarle alle terme. E far partire concretamente la macchina turistica».
Lucio Piva
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Il Gazzettino