I RAPPORTI VENEZIA Gli ha lasciato la scena: il premier Giuseppe Conte grande

I RAPPORTI VENEZIA Gli ha lasciato la scena: il premier Giuseppe Conte grande
I RAPPORTIVENEZIA Gli ha lasciato la scena: il premier Giuseppe Conte grande protagonista della visita a Pellestrina, l'isola devastata dall'Aqua Granda dello scorso novembre,...

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I RAPPORTI
VENEZIA Gli ha lasciato la scena: il premier Giuseppe Conte grande protagonista della visita a Pellestrina, l'isola devastata dall'Aqua Granda dello scorso novembre, quando l'acqua della laguna scavalcò «la muretta» di contenimento e invase scantinati e piani terra di case e botteghe. Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e commissario delegato alla gestione di quell'emergenza, ieri si è messo in disparte. A Pellestrina ha mostrato al presidente del Consiglio i lavori di protezione dell'isola, il nuovo muro alto 196 centimetri sul medio mare, un'opera stimata in 2 milioni di euro. Ma poi ha lasciato che Conte andasse da solo a salutare le famiglie, a entrare nelle case, a sentirsi dire dagli abitanti «Grazie, lo Stato c'è». Cortesia, quella di Brugnaro, o strategia?

Due mesi fa i rapporti tra Ca' Farsetti e Palazzo Chigi erano tesi più di una corda di violino. «Incapaci», l'epiteto che il sindaco di Venezia aveva indirizzato ai rappresentanti del Governo parlando della gestione dell'emergenza sanitaria del coronavirus e contestando sia i conti che le direttive per i trasporti pubblici. Ieri Brugnaro non ha risparmiato tirate d'orecchi al Governo di Conte, ma i toni non sono stati duri.
In ballo ci sono i fondi della legge speciale. Il Comune di Venezia (ma anche la Regione Veneto) aveva chiesto 150 milioni all'anno per la salvaguardia della città, soldi che, pare di capire, non arriveranno. Ma dovrebbe esserci un Comitatone e quindi il riparto di una quarantina di milioni.
Certo, Brugnaro durante la cerimonia per il test delle dighe mobili non ha sorvolato sui temi caldi di Venezia. Intanto non ha fatto un elenco di nomi da omaggiare: «Non mi associo al ringraziamento verso tutti quelli che si sono succeduti alla costruzione del Mose, la storia giudicherà, ma sono sempre stato un grande sostenitore del Mose. Io rappresento chi beneficerà di quest'opera, i clienti cittadini che ogni anno vanno sotto acqua. Spero che si possa trovare in modo veloce, un modello di gestione del Mose, un gruppo di lavoro con tutta la città». Però ha avuto parole cordiali nei confronti del Governo: «Oggi non siamo qui a fare passerella perché per me vedere la presenza di esponenti di rilievo dell'Esecutivo è importante e dimostra l'attenzione data a Venezia».
I PUNGOLI

E le critiche? Più che altro pungoli. A partire dalla questione delle grandi navi. «Se il Mose è un'occasione di concordia, siamo un po' in ritardo su alcune cose: dateci una mano per la questione delle grandi navi in laguna. E bisogna accelerare il protocollo fanghi per scavare i canali». Il ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli non ha fatto orecchie da mercante: il protocollo fanghi entrerà del Dl Semplificazioni, mentre le alternative al Bacino di San Marco per il transito delle navi da crociere sono quasi pronte: «Tra un paio di settimane».
Al.Va.
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Il Gazzettino