I profughi-spacciatori destinati all'espulsione

I profughi-spacciatori destinati all'espulsione
La Prefettura ha revocato la misura dell'accoglienza (e quindi il vitto e l'alloggio) ai migranti-pusher del Gambia che sono ospiti della Dumia. Uno dei tre, la mente della...

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La Prefettura ha revocato la misura dell'accoglienza (e quindi il vitto e l'alloggio) ai migranti-pusher del Gambia che sono ospiti della Dumia. Uno dei tre, la mente della centrale dello spaccio che era attiva nella casa del Boscariz, è ancora in carcere a Baldenich. Gli altri due sono attualmente nella struttura di accoglienza di Feltre in attesa del perfezionamento della procedura avviata dalla revoca della Prefettura. Ora il questore Michele Morelli dovrebbe predisporre l'atto per l'allontanamento dei 3 profughi che saranno trasferiti al Cie, il Centri di identificazione ed espulsione. Lì i migranti attenderanno la conclusione delle loro pratiche con le richieste di asilo: pratiche che avranno una corsia preferenziale e tempi accelerati. Se non verranno accolte saranno espulsi.

Da quanto ricostruito con le indagini della squadra Mobile della questura di Belluno sarebbero state «innumerevoli» le cessioni effettuate dai tre profughi nell'appartamento del Boscariz dove erano accolti. I migranti spacciavano hascisc e marijuana anche a minorenni e il traffico sarebbe iniziato nel giugno del 2016. Tutti i ragazzi-consumatori sentiti hanno confermato che la droga la vendevano i tre gambiani. Da dove si rifornivano gli africani? Non si sa, ma quel che è certo è che l'appartamento del Boscariz era una vera e propria centrale dello spaccio. Lo spaccio avveniva, secondo quanto ricostruito nell'ordinanza di custodia cautelare, non solo nella casa della coop Dumia, ma anche al parco Boscariz. Gli accordi venivano presi con gli smartphone, oppure anche di persona: erano a volte gli stessi profughi che avvicinavano i ragazzini. Due profughi erano stati arrestati dopo lo spaccio di Halloween: si tratta del 21enne K.O. e del 23enne T.N. Era scattato solo l'obbligo di firma per il 30enne J.S.: il migrante era arrivato a giugno e ha spiegato agli inquirenti che semplicemente eseguiva gli ordini dei due connazionali.

Con la revoca delle misure di accoglienza ai tre profughi-pusher salgono a 14 i migranti puniti dalla Prefettura, dopo gravi fatti di cui si sono resi protagonisti o gravi danneggiamenti delle strutture.
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Il Gazzettino