I predoni con la mappa di 30 centri commerciali

I predoni con la mappa di 30 centri commerciali
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Un supermercato nascosto tra le mura di casa. Generi alimentari, apparecchiature di vario genere, accessori alla moda, profumi. Tutta merce rubata nei centri commerciali del Veneto e del Friuli, ma anche del Trentino. Due romeni, considerati dagli investigatori veri e propri "predoni", sono stati bloccati dagli uomini della Squadra Mobile, dopo un breve inseguimento. I due fermati sono accusati di ricettazione: Grigore Sebastian Leonte di 27 anni e Marin Marian Dinica di 37, erano anche in possesso di un "libro mastro", una sorta di mappa dei centri commerciali, e nel satellitare dell'auto è stato trovato un ulteriore elenco delle destinazioni. La "base" era a Pontelongo dove gli agenti hanno recuperato la refurtiva.

L'operazione, guidata dal capo della Squadra Mobile Marco Calì, è scattata tra sabato e domenica. Da qualche giorno gli agenti tenevano d'occhio la coppia. Li hanno intercettati all'una di notte a Pontevigodarzere a bordo di una Nissan Primera con targa inglese. Dopo un breve inseguimento sono stati fermati in via Bembo e l'auto è stata perquisita. All'interno, un tascapane contenente guanti scuri, torce e arnesi da scasso, due ricetrasmettitori, confezioni di profumo e caffè. È spuntata anche una borsa modificata con una certa abilità per eludere l'antitaccheggio. A quel punto gli agenti hanno deciso di perquisire l'abitazione di Pontelongo, in via Schilla, dove si trovava un terzo complice che è però è riuscito a darsela a gambe per tempo ed è ora ricercato. L'appartamento era "imbottito" di merce: mille chili di confezioni di caffè nascosti persino nella testiera di un letto, molti profumi costosi, televisori, telefoni cellulari, Gps, occhiali griffati e un'altra decina di borse modificate. Trovato anche un libretto postale con il deposito di 10mila euro, versati in piccole somme dai 100 ai 300 euro. Per gli investigatori sarebbero i proventi della vendita della refurtiva, avvenuta all'interno della comunità romena o addirittura direttamente nel Paese dell'Est.

Nel libro mastro i nomi di alcuni centri commerciali erano stati "spuntati", mentre un'altra trentina di destinazioni sono state estrapolate dal navigatore satellitare. Secondo gli investigatori, questi ultimi potrebbero essere tra quelli già "visitati". Solo nella provincia di Padova una decina: si spazia da Alìper e Piazzagrande di Piove di Sacco all'Airone di Monselice, da Ca' Grande di Abano all'Ipercity di Albignasego fino al Centro Giotto di Padova. Ipotesi sulla quale ora si sta concentrando l'indagine, coordinata dal pubblico ministero Daniela Randolo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino