I pm vaticani a Pignatone: non depositiamo il video dell'accusatore di Becciu

I pm vaticani a Pignatone: non depositiamo il video dell'accusatore di Becciu
IL CASOCITTÀ DEL VATICANO Una richiesta irricevibile. Si sta profilando un autentico braccio di ferro tra i pm vaticani e il presidente del Tribunale d'Oltretevere, Giuseppe...

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IL CASO
CITTÀ DEL VATICANO Una richiesta irricevibile. Si sta profilando un autentico braccio di ferro tra i pm vaticani e il presidente del Tribunale d'Oltretevere, Giuseppe Pignatone alle cui richieste i magistrati del Papa hanno risposto picche. Al centro dello scontro c'è il video-chiave del monsignore pentito che incastra diversi imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu. Si tratta di un altro colpo di scena. Lo scorso 27 luglio, al termine della prima udienza del maxi processo per il famigerato immobile di pregio a Londra acquistato con i fondi della Segreteria di Stato, Pignatone aveva ordinato al Promotore di Giustizia (una figura equiparabile al pm) di depositare entro il 10 agosto negli uffici della Cancelleria le videoregistrazioni di monsignor Alberto Perlasca, il potentissimo ex responsabile dell'amministrazione finanziaria in Segreteria di Stato. Davanti a quella telecamera, per ore ed ore, Perlasca aveva vuotato il sacco ricostruendo come erano andati quegli investimenti spericolati e offrendo una sua memoria storica con precise accuse al cardinale Becciu, all'epoca Sostituto, il più alto in grado e ora uno dei 10 rinviati a giudizio, tra funzionari di curia, finanzieri e un sacerdote, monsignor Mauro Carlino. Grazie a quella testimonianza determinante (che non si sa se sia stata fatta senza avvocato) Perlasca avrebbe ottenuto tutti i benefici dei collaboratori di giustizia, tanto che il suo nome non risulta tra i rinviati a giudizio. Alla richiesta perentoria di Pignatone di dare modo alle difese di prendere visione di quel video i Promotori di Giustizia hanno comunicato che non intendono far acquisire al fascicolo del dibattimento le registrazioni, al fine di evitare la divulgazione della immagine di Perlasca, dei suoi avvocati e di un traduttore.

QUESTIONE DI PRIVACY
Tutti, infatti, si sarebbero opposti per questioni di privacy e per il timore che le immagini potessero finire in circuiti esterni ed essere così divulgate. Il passaggio è spiegato in un documento di ben otto pagine diffuso integralmente ieri pomeriggio dal sito Il Sismografo. In Vaticano la posizione dei magistrati ha creato non poche perplessità per il singolare diniego ad un ordine ben preciso del presidente del Tribunale che si era limitato ad accogliere le richieste degli avvocati per dare modo agli imputati di difendersi secondo le regole basilari di un processo giusto, applicate in tutti i paesi democratici. «Si ribadisce scrivono i pm che le registrazioni sono state realizzate al solo scopo di prevenire e rimuovere eventuali contestazioni al momento della formazione e della chiusura del verbale redatto a norma del codice».

Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino