I parenti di Sergio: «Vorremmo fosse un errore, è un dramma che si riapre»

I parenti di Sergio: «Vorremmo fosse un errore, è un dramma che si riapre»
LA FAMIGLIAPAESE Se la tragedia di giugno aveva scosso l'intera cittadina, la notizia dell'arresto e della presunta colpevolezza di Sergio Miglioranza hanno ora riaperto e...

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LA FAMIGLIA
PAESE Se la tragedia di giugno aveva scosso l'intera cittadina, la notizia dell'arresto e della presunta colpevolezza di Sergio Miglioranza hanno ora riaperto e ingrandito una ferita che già faticava a cicatrizzare. A fare maggiormente le spese del dramma sono oggi i pochi parenti prossimi del 69enne, a partire dalla sorella Maria Teresa e dalla sua famiglia.

INCREDULI
La carcerazione del fratello ha duramente provato la donna, che ieri con un peso sul cuore e negli occhi si è sforzata di servire i clienti del bar Ostonovo, fra via Roma e via della Costituzione. «Ho aperto oggi solo perché di questi tempi non si può gettar via una giornata di incasso spiega. Quella di stamattina è stata una mazzata tremenda. Penso ai miei genitori: non ci sono più, ma sarebbero morti di dolore se avessero vissuto tutto questo». Sergio è suo fratello, Franca era sua cognata e nonostante tutto nessuno in famiglia lo avrebbe creduto capace di arrivare a tanto: «Io mi aggrappo al pensiero che si possano essere sbagliati, che alla fine si scopra che non è stato lui. Resta pur sempre mio fratello, mi ha sempre detto di essere disperato per non essere riuscito a salvarle e io gli ho creduto. E poi non mi spiego come potesse permettersi polizze del genere con la pensione da operaio». Il 69enne, rimasto senza casa, ha fatto la spola tra amici, conoscenti, parenti. Il primo periodo l'ha passato da un'amica a Preganziol, l'ultimo a Treviso dall'altro fratello. Con nessuno ha però mai fatto parola di un suo coinvolgimento nell'incendio: «Non posso pensare che sia la verità. A volte accennava a qualche difficoltà con i soldi, ma come capita in tutte le famiglie».
IL SINDACO

La vicenda ha scosso anche Katia Uberti, primo cittadino di Paese. Il giorno della tragedia era accorsa in via Feltrina, aveva da subito dimostrato la vicinanza di tutta l'amministrazione comunale a Miglioranza, ritenuto all'epoca un sopravvissuto e una vittima. Il giorno dei funerali di Franca e Fiorella aveva disposto il lutto cittadino per dimostrare solidarietà alle famiglie delle due donne. Oggi la notizia dell'arresto del 69enne arriva come una doccia gelata: «Che l'episodio avesse dei lati oscuri era emerso fin da subito, ma arrivare a questo punto è stato un trauma spiega il sindaco. Siamo davanti a un fatto agghiacciante, che ci lascia tutti sgomenti. Se non altro le indagini e la giustizia hanno fatto velocemente il loro corso e siamo arrivati a un punto fermo, anche se ciò non può consolarci davanti a due vittime innocenti che oggi sono doppiamente vittime». Dopo la tragedia Miglioranza si era rivolto ai servizi sociali per avere un alloggio, ma percependo la pensione non figurava tra i primi in graduatoria: «Era solo venuto a chiedere informazioni, ma in quel momento tutti gli alloggi erano occupati e gli abbiamo spiegato che c'era un iter da seguire. Da allora non si è più rivolto a noi conclude Uberti. So solo che aveva altre sistemazioni provvisorie».
Sds
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Il Gazzettino