I musei lombardo veneti

I musei lombardo veneti
LA RIORGANIZZAZIONEAltro che autonomia! Per i musei statali del Veneto sta per rinascere il Lombardo Veneto di ottocentesca memoria. Il ministro dei beni e delle attività...

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LA RIORGANIZZAZIONE
Altro che autonomia! Per i musei statali del Veneto sta per rinascere il Lombardo Veneto di ottocentesca memoria. Il ministro dei beni e delle attività culturali, Alberto Bonisoli, ha infatti firmato il decreto che accorperà i musei di Veneto e Lombardia, sotto un'unica direzione lombardo-veneta, appunto. Con un unico responsabile che dovrà occuparsi di una trentina di musei sparsi tra due regioni: dalla Villa Pisani di Stra, al museo archeologico della Val Camonica, dalla Certosa di Pavia, al museo orientale di Venezia. Uno degli effetti di quella controriforma già annunciata e criticata a inizio estate, che la crisi non ha fermato. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 7 agosto, del decreto del presidente del consiglio che fissava le linee della riorganizzazione del Mibac, l'altro giorno Bonisoli ha firmato il decreto attuativo che dà contenuti e blinda la rivoluzione. Dovrebbe entrare in vigore il 22 agosto.

MEGA DIREZIONI
Per il ministero si tratta di «ordinaria amministrazione», ma critiche arrivano non solo dai sindacati, ma anche dal Consiglio superiore dei beni culturali, che Bonisoli non ha consultato. La principale novità del decreto è la riorganizzazione della rete museale pubblica, con l'abolizione dei poli museali regionali sostituiti dalle direzioni territoriali, che in molti casi vengono pure accorpate. Oltre a Lombardia e Veneto, avranno una sola direzione, ad esempio, Piemonte e Liguria, Puglia e Basilicata. In altre regioni, invece, le direzioni territoriali non saranno istituite e i musei saranno affidati ad un museo a gestione autonoma. Così il Castello di Miramare si dovrà occupare anche di tutti i musei friulani.
Particolarmente critica la situazione della futura direzione Lombardo-Veneto il cui direttore unico, pare con sede a Venezia, dovrà gestire una trentina di musei sparsi tra le due regioni. Inoltre i rispettivi gioielli degli attuali poli regionali saranno scorporati: a Venezia la Galleria Franchetti della Ca' d'Oro passerà alle Gallerie dell'Accademia, mentre a Milano il Cenacolo vinciano, con i suoi record di visitatori, transiterà sotto Brera.
LE CRITICHE
Scelte che stanno sollevando un coro di critiche. In una nota diffusa ieri Giuseppe Nolè, coordinatore nazionale Cisl Fp Mibac, definisce «illogica» la scelta di accorpare 30 musei sotto un'unica direzione lombardo-veneta che «rischia di essere fallimentare e deleteria per la gestione degli altri siti museali, Villa Pisani di Stra e il Castello Scaligero di Sirmione in primis». Anche l'accorpamento Ca d'Oro-Gallerie, «pur avendo le due sedi una correlazione storico-artistica per via del patrimonio, non ne risolve le gravi carenze organiche e svuota il Polo museale di un grande attrattore turistico come la Galleria Franchetti».

Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino