I LOCALI PADOVA Nessuno degli operatori professionali punta il dito contro l'organizzazione

I LOCALI PADOVA Nessuno degli operatori professionali punta il dito contro l'organizzazione
I LOCALIPADOVA Nessuno degli operatori professionali punta il dito contro l'organizzazione del Pride Village dopo il video e le immagini degli assembramenti, evidenziano invece la...

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I LOCALI
PADOVA Nessuno degli operatori professionali punta il dito contro l'organizzazione del Pride Village dopo il video e le immagini degli assembramenti, evidenziano invece la necessità che tutti rispettino con buonsenso le regole, alcune delle quali sono molto complesse da attuare, e poi lanciano un nuovo allarme, in vista della stagione invernale che non è poi così molto lontana: fine settembre. «Non è semplice dopo mesi di quarantena, osservare certi comportamenti. C'è voglia di divertirsi, del resto è estate, si sono viste aggregazioni come ci sono nei litorali delle spiagge e in tante piazze e non vediamo la polizia - commenta Andrea Cavinato, presidente padovano del Silb-Fipe, Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo - Da parte nostra come operatori c'è il rispetto delle regole e l'invito ai nostri clienti a rispettarle perchè non possiamo certo diventare operatori di pubblica sicurezza. Facciamo leva sul buonsenso di tutti e questo è l'unico modo per affrontare la situazione. Siamo contrari alla chiusura dei locali - sottolinea Cavinato - per il solo fatto che la gente cerca altre situazioni aggregative. In merito al caso del Pride, staremo a vedere quello che succederà, ma non possono essere pochi secondi di video a poter esprimere un giudizio».

Cavinato è soddisfatto perchè il sindacato è riuscito a far avviare la stagione estiva dei locali, certamente molto dopo la normale apertura che avveniva a fine maggio, ma lancia l'allarme relativamente ai locali da ballo al chiuso. «Sia chiaro, non possono ancora aprire. Ad oggi non ci sono disposizioni. Si sono dimenticati di noi - evidenzia Cavinato titolare del Paradiso Latino a Campodarsego - e la stagione comincia a fine settembre e per noi la programmazione e noi l'organizzazione della stagione autunno-inverno dovremmo farla adesso. Attualmente rischiano di non riaprire il 70% degli spazi». Ma c'è di più. «Pare che le nostre attività siano escluse da qualsiasi fondo per il ristoro dei danni. Ricordo che abbiamo chiuso il 22 febbraio e riaperto per ultimi. Diciamo no alla chiusura». Un comparto che in terra padovana dà lavoro a circa 3.500 persone quello dei locali, una cinquantina quelli affiliati al sindacato. Locali che non si devono identificare nelle sole discoteche, ma che comprendono anche il ballo lascio, latino-americano ed altri generi.

«Video e foto lasciano il tempo che trovano, sono un frammento di una serata, io non ero presente, e da poche immagini non si può trarre una conclusione, quindi personalmente non esprimo nessun giudizio. Gli organizzatori del Pride Village non sono certo degli sprovveduti considerato che si tratta di un evento organizzato da diverse edizioni, certamente con queste linee guida non è semplice lavorare», spiega Andrea Massaggia. Profonda esperienza la sua, attualmente impegnato nell'estivo Villa Barbieri che ha riaperto la scorsa settimana, e nel periodo invernale è al Q bar e all'Extra Extra. «L'invito per ognuno è quello del rispetto delle regole perchè c'è il rischio sanitario che coinvolge ognuno di noi, si rischia di vanificare i quattro mesi di stop con ricadute gravissime in tutti i settori. Personalmente ho aperto il mio locale anche in ritardo per applicare al meglio tutti gli adempimenti. Occorre quindi la collaborazione degli utenti, e da parte dei colleghi essere tutti ligi ed attenti. E' un'azione che va fatta tutti assieme». «Non vado a giudicare quello che succede negli spazi di altri colleghi - le parole di Giampietro Spigolon del multispazio Le Staffe in via dell'Ippodromo - Questa è una stagione difficile, la nostra risposta è solo quella di attuare le regole che sono oggi previste. Ci dispiace dover far attendere le persone che a volte se ne vanno perchè non c'è posto. Il servizio è ancora al tavolo. Il pubblico sostanzialmente è attento alle disposizioni, il nostro desiderio, che è quello di operatori e clienti, è che si possa ritornare come prima».
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino