I legali di Mesirca e Corrado «Devono essere scarcerati»

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TREVISO - (de.bar.) «Tiziana Mesirca non ha fatto altro che...

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TREVISO - (de.bar.) «Tiziana Mesirca non ha fatto altro che confermare quanto aveva detto il giorno prima Vincenzo Corrado». Per Fabio Crea, legale di fiducia del tenente colonnello della guardia di finanza in carcere a Genova dopo essere stato arrestato nell'ambito della vasta operazione anti corruzione coordinata dalla procura della Repubblica di Venezia, l'interrogatorio di garanzia di Tiziana Mesirca conferma la natura quasi professionale del rapporto che esisteva tra Corrado e la tributarista trevigiana. Crea presenterà nei prossimi giorni una istanza al tribunale del Riesame per cancellare la misura cautelare della detenzione in carcere al suo cliente, mentre Carlo Broli, legale della Mesirca, ha già inoltrato la richiesta di arresti domiciliari. «Siamo in attesa della decisione del gip ha detto l'avvocato Broli se la nostra richiesta sarà respinta presenteremo istanza al Riesame». La richiesta di scarcerazione della donna si fonderebbe proprio su quelli che, secondo la tesi difensiva, sarebbero i fatti: i soldi di cui Corrado parla con lei al telefono sarebbero una sorta di compenso che la tributarista avrebbe versato all'ufficiale della guardia di finanza in cambio della segnalazione di clienti. Maggiormente articolata invece la posizione di Corrado. Più che la cerniera di collegamento nella rete di corrotti e corruttori impegnata ad aggiustare con benevolenza una serie di accertamenti fiscali a carico di aziende venete e friulane, l'ufficiale si sarebbe comportato come un trafficante di influenze, che si faceva pagare, come nel caso della ditta Baggio, asserendo di poter poi mettere una buona parola con le sue conoscenze all'Agenzia delle Entrate. Non corruzione insomma, «tanto meno in accordo con la Mesirca» come sottolinea l'avvocato Broli, ma una sorta di captatio benevolentiae a volte condita persino di millanterie. Ma i fascicoli che hanno disposto i provvedimenti cautelari raccontano un'altra storia e ora saranno i giudici a dover stabilire chi ha ragione.

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Il Gazzettino