I farmacisti pronti a eseguire i tamponi: «Attendiamo il via libera dalla Regione»

I farmacisti pronti a eseguire i tamponi: «Attendiamo il via libera dalla Regione»
LA CATEGORIAPADOVA «Anche questa volta, come sempre, siamo dalla parte dei cittadini e non ci sottraiamo dagli impegni. Attendiamo le disposizioni della Regione del Veneto e poi...

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LA CATEGORIA
PADOVA «Anche questa volta, come sempre, siamo dalla parte dei cittadini e non ci sottraiamo dagli impegni. Attendiamo le disposizioni della Regione del Veneto e poi anche noi daremo il nostro apporto rendendo possibile effettuare i tamponi anche presso le farmacie che preventivamente hanno dato disponibilità. Dopo medici e veterinari, ci siamo anche noi». Parole di Giovanni Cirilli, presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Padova, ancora una volta in prima linea com'è avvenuto fin dai primi istanti in questa particolare battaglia contro il Coronavirus. La chiamata al tampone, con adesione volontaria, è giunta appunto dalla Regione. Federfarma ha risposto e l'Ordine patavino ora attende le disposizioni operative.

Continua il presidente Cirilli: «Penso che per il 99% di noi sarà impossibile utilizzare degli spazi interni perché devono rispondere a precisi parametri primo tra i quali un ingresso ed una uscita distinti. Si utilizzeranno, per chi li ha disponibili, spazi esterni. Non saranno poi i farmacisti ad effettuare l'esame, ma infermieri, personale specializzato. Da considerare che si necessita anche l'accesso via computer alla piattaforma dove inserire i dati del cittadino in caso di positività al Coronavirus, in modo che l'azienda sanitaria possa poi prendere in carico la persona e sottoporla al test molecolare».
Nel territorio padovano le farmacie sono 220. Ogni professionista può scegliere liberamente se aderire o no alla richiesta, ma la prima valutazione da fare è appunto quella della idoneità tecnica dei propri locali. Tornando su questa, Giovanni Cirilli spiega: «Io ho già aderito, avendo uno spazio utilizzabile all'esterno della mia farmacia posso istallare un gazebo, portare il collegamento elettrico e quanto serve poi per allestire il punto tamponi. Ogni farmacista ha la necessità poi di trovarsi un infermiere abilitato a questo test perché non viene assegnato in automatico dalla Regione».
E' da definire, ad oggi, quanti saranno i tamponi messi a disposizione dei farmacisti. Si spera siano in numero sufficiente per le esigenze dei cittadini. Eventualmente i tamponi potrebbero essere fatti a battenti chiusi, secondo degli orari esclusivi. Poi tutti gli ambienti dovrebbero essere sanificati. Procedura quindi molto complessa. Più pratico per tutti, oltre che sicuro seppur sia giunta la stagione fredda, un punto tamponi esterno come hanno scelto di fare tantissimi medici di famiglia. «Si devono salvaguardare i cittadini ed i professionisti», sottolinea il presidente che anche in questo caso richiama il senso di abnegazione della categoria che ha contato sedici vittime in Italia a causa del Coronavirus. Contagiati nel corso dell'attività professionale. Cirilli del resto è sempre stato chiaro, puntualizzando più volte come l'azione dei farmacisti sia stata sempre pro utenti, quando invece nessuno li ha mai chiamati nei tavoli operativi.
È stato pronto Cirilli, diversi mesi fa, a lanciare anche l'allarme sul rischio di carenza di vaccini anti influenzali per la popolazione non considerata nella fascia a rischio che fino allo scorso anno aveva come riferimento per la profilassi proprio le farmacie vista la loro capillarità. «Se avessero fatto come gli anni precedenti, utilizzando per la distribuzione farmacie e grossisti - conclude il presidente - ci sarebbero stati con tutta probabilità meno problemi». Non è un caso poi che Cirilli abbia proposto al Presidente Mattarella, l'onorificenza della Croce al Merito della Repubblica, per il collega e consigliere dell'Ordine di Padova Giuliano Martini, sindaco di Vo'.

Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino