I Democratici chiedono la riapertura del dialogo con giunta e coalizione

I Democratici chiedono la riapertura del dialogo con giunta e coalizione
LE POSIZIONIROVIGO «La questione è e resta politica e su tale piano i cinque consiglieri non hanno risposto, riducendo tutto a questione tecnica». Con queste parole il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE POSIZIONI
ROVIGO «La questione è e resta politica e su tale piano i cinque consiglieri non hanno risposto, riducendo tutto a questione tecnica». Con queste parole il coordinamento polesano della formazione civica Il Veneto che vogliamo, nata sull'onda delle vittorie elettorali dei sindaci Omar Barbierato ad Adria e di Edoardo Gaffeo a Rovigo, interviene sulla crisi rodigina. «Apprendiamo dai giornali che i cinque consiglieri del Pd di Rovigo sarebbero stati oggetto di offese pesanti. Siamo stati fra i primi a esprimere il nostro sostegno al sindaco, politico: esprimiamo quello umano e civile a chi è attaccato sul piano personale. Le offese e le minacce sono una cosa grave e vanno perseguiti gli autori. Non siamo a conoscenza di queste presunte offese o minacce rivolte alle consigliere, qualora si siano verificate invitiamo a denunciarle e a renderle pubbliche in modo che i responsabili siano individuati e perseguiti. Sul piano politico devono svolgersi il confronto, le prese di posizione ed esprimersi le differenze, in modo deciso e aspro, ma con civiltà. Ci fa piacere leggere i tanti messaggi di solidarietà arrivati al sindaco, che mostrano quanto sia riuscito a entrare in simbiosi con la città».

DEMOCRATICI
A porre ancora l'attenzione sul tema delle offese che i consiglieri che hanno votato no alla mozione sul Tribunale insieme all'opposizione, dando il la alla crisi, Nadia Romeo, Nello Chendi, Giorgia Businaro, Margherita Balzan e Caterina Nale, è una nota diffusa dal Pd provinciale: «La politica deve sempre mettere al centro il rispetto delle persone e delle loro opinioni, anche se avverse. Gli insulti, gratuiti, ricevuti dalle nostre consigliere sono inqualificabili e non aiutano il confronto politico nel capoluogo. Noi del Pd polesano ci schieriamo al loro fianco, perché le idee vanno sempre rispettate. In una democrazia la manifestazione del dissenso rispetto a un'opinione non può mai travalicare il limite della dignità delle persone». Poi, un passaggio significativo: «Quanto politicamente accaduto in questi ultimi giorni impone un ripensamento, anche da parte nostra, delle modalità con le quali portare avanti il confronto. Non è un problema di persone, bensì di metodo. Occorre ritrovare un dialogo produttivo sia interno, sia con le altre forze della coalizione, in quanto riteniamo che il progetto costruito insieme a Edoardo Gaffeo e alle liste collegate, debba andare avanti in modo da completare l'opera di miglioramento della città che abbiamo promesso».
LE ACCUSE

Sul fronte opposto le stoccate del vicecommissario di Forza Italia e già vicesindaco Andrea Bimbatti. «Il professor Giuseppe Conte rodigino, alias Edoardo Gaffeo, non finisce di stupirci: dato che ha deciso di emulare sino alla fine l'ex premier, non prendete impegni, tutti impegnati a seguire la diretta Fb del nostro sindaco, quando tutti siamo rilassati sui divani alla ricerca di qualche bel film. Andrà in scena invece un film dell'orrore, utilizzando mezzi pubblici, e il sindaco dimissionario, probabilmente già pentito, ci spiegherà che i partiti vecchi e brutti gli hanno impedito di governare, nella fattispecie il Pd, che gli ha consentito di sedere sullo scranno più alto di Palazzo Nodari, ma che ora sembra un grande ostacolo. Verrebbe da pensare che il Rocco Casalino di Rovigo sia il buon consigliere Azzalin, che in carenza di ruoli ha portato il sindaco a dimettersi, nella speranza di alzare i toni e costringere altri a sottostare ai diktat del sindaco, come portare il Tribunale verso la banca (ex d'Italia) o trattare il lodo Baldetti con le banche in gran segreto, o imporre le scelte negli enti così come ha fatto con la formazione della giunta. Invece di invocare Letta per lamentarsi della loro incapacità di governare, perché non interessarlo per trasferire il tribunale alla ex caserma Silvestri? Considerati i 33 milioni di investimento del Demanio, aggiunti ai circa 10 per il Tribunale, avremmo risolto tutti i problemi del centro, senza consumo di suolo e valorizzando il patrimonio esistente. Questo era un motivo per coinvolgere Letta, cercare di risolvere davvero i problemi della città, e non utilizzarli per giochi di potere. Ritirare le dimissioni? Probabile, ma a che prezzo e soprattutto chi pagherà il conto, quali teste chiederà? Caro sindaco non si fidi troppo dei social, a fronte di qualche centinaio di persone che le chiedono di rimanere, ce ne sono altre migliaia che la invitano a tornare a insegnare non al consiglio comunale, ma alle aule universitarie».
F. Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino