I DEBITI TREVISO La tragica scomparsa di Roberto Artuso porta con sé anche

I DEBITI TREVISO La tragica scomparsa di Roberto Artuso porta con sé anche
I DEBITITREVISO La tragica scomparsa di Roberto Artuso porta con sé anche le già remote possibilità di poter rivedere i soldi degli ammanchi per cui è stato in alcuni casi...

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I DEBITI
TREVISO La tragica scomparsa di Roberto Artuso porta con sé anche le già remote possibilità di poter rivedere i soldi degli ammanchi per cui è stato in alcuni casi condannato e in altri assolto. In realtà i condòmini che si sono ritrovati con buchi di decine di migliaia di euro nei conti dei loro palazzi si erano messi il cuore in pace da tempo. Dal 2014, anno in cui sono venuti a galla i primi ammanchi, finiti per superare la soglia del mezzo milione di euro, nessuno finora si è rivalso in sede civile. Sul fronte penale, quando Artuso e la moglie Cristina Caodaglio sono stati condannati rispettivamente a due anni e otto mesi (pena poi ridotta in appello a due anni e due mesi) e a due anni e quattro mesi, il giudice aveva stabilito un risarcimento di 75 mila euro alle parti civili costituite. Ma fu proprio in quell'occasione che vennero depositati alcuni documenti che attestavano lo stato di indigenza degli ormai ex titolari della Amministrazioni Restera srl e il non possesso di beni da poter aggredire. Sono stati proprio i processi a dimostrare che Artuso non aveva più nulla. Nemmeno i soldi degli ammanchi. Era intestatario di un mutuo ventennale per la prima casa, ma è stata venduta, per sua stessa ammissione, proprio per non essere aggredita.

GLI INQUILINI
Prima che venissero pronunciate le sentenze di primo grado, Artuso si era già rifatto una vita. La moglie, assieme alle due figlie, aveva invece raggiunto la sua famiglia a Torino, dove vive tuttora. A saldare i debiti ci hanno dovuto pensare gli inquilini degli appartamenti amministrati dalla coppia. Da un giorno all'altro si erano infatti trovati a dover pagare decine di migliaia di euro (tra i 10 e i 20mila era infatti l'ammanco medio per palazzo) per mantenere le utenze attive. Rischiavano di rimanere senza riscaldamento, acqua calda, luce o gas. In alcuni casi sono venuti a sapere dei debiti dai sigilli apposti sui contatori. «Ha di certo commesso degli errori - afferma l'avvocato Rossella Martin, il legale di Artuso - ma non si è intascato un euro di quegli ammanchi, come è emerso nei processi a suo carico. Aveva troppi condomini da gestire e a un certo punto non è stato più in grado di coprire i buchi di chi non pagava».
LA RASSEGNAZIONE
Tra i condòmini che si sono ritrovati a pagare le utenze due volte ci sarà anche qualcuno che, pur di fronte a un evento tragico, avrà il coraggio di festeggiare. È il pensiero di un amministratore subentrato ad Artuso nella gestione di qualche palazzo, che preferisce non comparire. «Non c'è nulla da festeggiare - sottolinea - Una persona che è morta penso che abbia pagato quello che deve pagare. La questione è passata in archivio da tempo, non c'era possibilità di aggredire alcun suo bene perché non ne aveva». In altre parole nessuno rientrerà mai delle somme sborsate.

Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino