I CONTROLLI VENEZIA I tamponi molecolari? A pagamento e solo nelle strutture

I CONTROLLI VENEZIA I tamponi molecolari? A pagamento e solo nelle strutture
I CONTROLLIVENEZIA I tamponi molecolari? A pagamento e solo nelle strutture convenzionate o private. Le condizioni per avere il tampone molecolare negli ambulatori delle Ulss è...

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I CONTROLLI
VENEZIA I tamponi molecolari? A pagamento e solo nelle strutture convenzionate o private. Le condizioni per avere il tampone molecolare negli ambulatori delle Ulss è di avere sintomi tali da far ipotizzare il contagio da Covid-19 o di dover essere ricoverati in ospedale. Ma, appunto, si tratta di prestazioni sanitarie prescritte dal medico di base o, nel caso di sospetto contagio, dal Sisp, il Servizio di igiene e prevenzione pubblica. In tal senso una circolare regionale è esplicita: Si precisa che l'effettuazione del test molecolare è soggetta a prescrizione medica o dell'operatore di sanità pubblica. Tant'è che nei portali delle Ulss si possono prenotare solo test rapidi.

Dunque, per motivi di lavoro o viaggi all'estero in Paesi che richiedono il tampone molecolare, il test si fa nelle strutture convenzionate o private con costi variabili tra i 60 e i 100 euro (è il caso dell'aeroporto Marco Polo di Venezia). Per chi, invece, vuole il Green pass per andare al lavoro e non vuole vaccinarsi, è sufficiente il test rapido antigenico al costo di 15 euro. E qui va segnalata l'iniziativa dell'Ulss 7 Pedemontana: i medici competenti delle aziende del territorio adesso possono registrarsi al portale regionale, caricare i risultati dei tamponi da loro effettuati sui lavoratori e, in caso di referto negativo, scaricare per loro il Green Pass già nel giro di pochi minuti.
LA PROFILASSI
E mentre in Veneto prosegue la campagna di profilassi (lunedì 13.024 somministrazioni di cui 3.178 prime dosi, 7.227 richiami, 2.619 booster), dalle Ulss emergono i dati sull'efficacia della vaccinazione. In provincia di Treviso sono state eseguite quasi 1,3 milioni vaccinazioni con appena 11 segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi: «Pari allo 0,008% specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 2 Marca siamo a livelli bassissimi». Ma, soprattutto, chi si è vaccinato ha salvato la pelle: nessun decesso tra i vaccinati che si sono comunque contagiati.
LO STUDIO
Un'analisi sui ricoverati con Covid è stata fatta dalla Regione Veneto che nel periodo compreso tra il 1° maggio e il 31 agosto ha considerato i pazienti che al momento del ricovero non avevano ricevuto ancora nessuna dose di vaccino (non vaccinati) da quelli che avevano già completato il ciclo (vaccinati). La differenza è netta: in quei 4 mesi sono stati ricoverati 2.130 pazienti non vaccinati (di cui 565 in terapia intensiva, il 26,5%) e 218 vaccinati (di cui 26 in rianimazione, l'11,9%). Ma chi erano i vaccinati ricoverati con Covid? Per la stragrande maggioranza persone con altre patologie, per la precisione: dei 26 finiti in rianimazione, 15 presentavano due o tre patologie, 5 avevano una sola patologia, 5 non ne avevano alcuna, 1 ne aveva addirittura quattro. Numeri decisamente più altri tra i non vaccinati, basti pensare ben 175 pazienti dei 565 ricoverati in terapia intensiva non presentavano patologie di sorta. Non avevano cioè né malattie renali né respiratorie, non il diabete e nemmeno problemi di cuore. Si sono però beccati il coronavirus e, molto di più dei vaccinati, sono finiti in rianimazione: uno su tre anziché uno su dieci. Quanto all'età, dall'analisi della Regione emerge che il 66,7% degli under 40 non vaccinati e ricoverati in terapia intensiva non aveva alcuna patologia.

E i ricoverati finiti in ospedale nelle aree non critiche che malattie pregresse avevano? Tra i vaccinati la maggioranza aveva problemi cardiovascolari (49,5%), tra i non vaccinati ipertensione per il 25,6%.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino