Il problema dei cosiddetti Neet va di pari passo con la difficoltà di trovare lavoro. Un problema che l'Unione europea si è proposta di affrontare con il piano di contrasto alla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A Rovigo hanno partecipato 3.661 giovani, il 7 per cento della quota regionale. «Quello dei Neet è un problema gravissimo. E il nodo è la rassegnazione», commenta il segretario provinciale della Cgil, Fulvio Dal Zio. Un'analisi che sembra confermata nei numeri: per la maggior parte degli under 30 la formazione viene considerata inutile, «perché il mercato del lavoro sembra offrire loro solo occupazioni precarie e non in linea con le aspirazioni». In una ricerca di qualche tempo fa a livello nazionale, proprio la Cgil notava come «solo il 2,7 per cento dei giovani trova lavoro attraverso i centri per l'impiego. Il 38,1 trova lavoro grazie ad amici, parenti e conoscenti».
Garanzia giovani doveva servire proprio a invertire questa tendenza, mettendo insieme domanda e offerta. Ma quest'ultima sembra sempre minore e sempre meno allettante. «Serve un piano per il lavoro, con investimenti pubblici nota Dal Zio - per creare posti di lavoro qualificati. In questa direzione va anche la battaglia referendari sui vaucher. Uno strumento che doveva servire per far emergere le occupazioni in nero, i lavoretti occasionali e quelli stagionali, che invece si è trasformato in un mezzo per frammentare ancora di più l'occupazione, facendo crescere la precarietà e finendo per fornire perfino uno scudo al lavoro nero». Concludendo, Dal Zio evidenzia come «la situazione del Polesine, pur migliore che in altre parti del Paese, è la peggiore del Veneto. Questo dovrebbe spingere chi governa ad assumere iniziative idonee. Invece anche lì sembra regnare la rassegnazione».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino