I baristi: «Ora basta, vogliamo chiarezza»

I baristi: «Ora basta, vogliamo chiarezza»
IL PROVVEDIMENTOPADOVA Le ultime disposizioni del soprintendente Vincenzo Tinè, trasferito a Verona, che nei mesi da novembre a febbraio impediscono che gli esercizi pubblici...

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IL PROVVEDIMENTO
PADOVA Le ultime disposizioni del soprintendente Vincenzo Tinè, trasferito a Verona, che nei mesi da novembre a febbraio impediscono che gli esercizi pubblici delle piazze utilizzino sedie, tavoli e ombrelloni sui plateatici suscitano rabbia, perplessità ma anche tanti interrogativi ai quali gli esercenti sperano siano date risposte a breve. Tra i titolari di locali pubblici c'è anche chi si ritiene fortunato, come nel caso dei ristoratori, perché in quei mesi non servono cene all'aperto.

«Se dovesse essere confermato il provvedimento, per noi sarà un danno importante. Già lo scorso anno ci hanno ridotto il plateatico, non so nemmeno più cosa dire - afferma Michele Birtig del Caffè Uva (ex Diemme) di piazza dei Signori - Diventa sempre più difficile lavorare, inoltre credo che se regole ci sono dovrebbero essere uguali per tutti. Togliere gli ombrelloni dopo le 19 potrebbe anche starci ma di questo passo, pian pianino, non potremo più lavorare». A pochi passi il ristorante Kofler. «Noi nel periodo invernale non abbiamo tavolini ma con questi provvedimenti si mettono in ginocchio le altre attività - commenta Silvia Schiavinotto, responsabile del locale - Queste decisioni hanno come risultato quello di far morire la città. Avere piazze affollate vuol dire anche tener lontani gli sbandati. A volte i residenti che protestano spesso prendono di mira i clienti dei locali, ma mi chiedo perché non vedano quello che succede, ad esempio, sulla scalinata della Gran Guardia». Anche al Caramel saranno vietati gli ombrelloni.
LE SPERANZE
In piazza delle Erbe si affaccia il bar Zzino gestito da Nicola e Renzo che si dicono attendisti. «Aspettiamo di conoscere nei particolari le disposizioni della Soprintendenza - afferma Renzo - Mercoledì prossimo è stata indetta una riunione con gli esercenti, auspichiamo ci siano chiarimenti. Noi abbiamo già eliminato gli ombrelloni, non si possono più utilizzare i funghi che, tra l'altro, non sono più quelli di un tempo ma sono elementi di design costosi, che fanno anche arredo. Vedremo che accadrà». Altri bar hanno la chiusura alle 20 quindi sono toccati marginalmente dal provvedimento, altri come Luca Vecchiato titolare dell'omonimo ristorante di piazza delle Erbe si ritiene fortunato: i tavoli li mette fuori dal primo marzo. I più danneggiati sono i locali delle piazze che aprono le serrande nel pomeriggio per chiudere a sera inoltrata.
LE CATEGORIE

Perplesso il presidente Ascom Patrizio Bertin. «Effettivamente notizie di questo tipo possono spaventare, ma meglio evitare allarmismi. Quello che c'è da fare invece è un incontro, e per questo mi adopererò da subito: con il nuovo Soprintendente Fabrizio Magani si dovrà analizzare la situazione alla luce del buon senso e trovare soluzioni che permettano agli esercenti di lavorare nel rispetto delle regole. I costi di gestione sono esorbitanti, quando si riducono i plateatici o si emanano altre disposizioni di questo tipo gli esercenti fanno i conti con preoccupazione perché o si taglia il personale o si chiude. Padova deve essere sì una città bella ma deve anche essere accogliente per turisti e residenti». Sulla stessa linea Nicola Rossi presidente Confesercenti che ritiene indispensabile un incontro con il nuovo soprintendente. «Magani ha già manifestato la sua disponibilità. Arriva da Verona dove il problema è ben conosciuto, è comune a tutto il Veneto - osserva - Considerata la disponibilità e la correttezza già dimostrata evitiamo inutili allarmismi. Ci si deve incontrare e trovare una soluzione. Noi diamo la nostra massima disponibilità. È certo che una soluzione va trovata: costruttiva e equa per tutti».
Luisa Morbiato
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Il Gazzettino