I 40 ospiti dell'ex Casa Paterna chiedono di svolgere lavori utili

I 40 ospiti dell'ex Casa Paterna chiedono di svolgere lavori utili
Autunno in arrivo, necessarie altre soluzioni abitative per i profughi. L'assessorato alle Politiche sociali ha confermato che in questi giorni si sta rapportando con la...

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Autunno in arrivo, necessarie altre soluzioni abitative per i profughi. L'assessorato alle Politiche sociali ha confermato che in questi giorni si sta rapportando con la cooperativa che si occupa dei migranti. I profughi si trovano nella struttura di via Calnova che un tempo ospitava la Casa Paterna e più di recente era diventata una sorta di magazzino comunale. «La struttura non è dotata di impianto di riscaldamento - ha confermato l'assessore Maria Grazia Murer - per cui c'è la necessità di procedere con la cooperativa (da parte nostra non può che esserci la collaborazione, visto che la situazione è gestita in prima persona dalla cooperativa) per l'individuazione di altre soluzioni. Stiamo già valutando delle ipotesi». Da capire quale potrebbe essere il contesto, visto che si tratta di una quarantina di profughi e che, prima di arrivare all'ex Casa Paterna, il sindaco Andrea Cereser per primo aveva detto che la città non aveva strutture adatte per ospitare profughi.

I migranti, una quarantina, erano arrivati ai primi di luglio in due momenti diversi; anzi in tre, visto che c'era stato un primo invio di una dozzina di giovani che, nel giro di qualche ora, se ne sono andati volontariamente, facendo perdere le loro tracce. «Sono persone che non stanno dando alcun tipo di problema - interviene ancora Murer - cosa che possiamo ribadire in prima persona visto che teniamo noi stessi monitorata la situazione, passando di frequente all'interno della struttura». Sempre valida l'ipotesi di impiegare i migranti in qualche lavoretto, a cominciare dalla mensa solidale. «Intanto stanno frequentando dei corsi di italiano, cosa che li aiuterà molto nell'inserimento, poi valuteremo anche con le associazioni di volontariato, a cominciare proprio dalla mensa, dove di sicuro saranno impiegati due stranieri. Siamo comunque in attesa di avere dalla Prefettura il protocollo che consente di avviare questo tipo di impiego da parte di quei migranti che volontariamente chiederanno di essere impiegati in qualche lavoro. Per quanto riguarda il gruppo a San Donà, in molti hanno già espresso l'intenzione di rendersi utili».

Fabrizio Cibin

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Il Gazzettino