I 17 milioni al Fisco? «Prendeteli dall'asta»

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TREVISO - Potrebbe chiudersi con una dichiarazione di non punibilità il processo d'appello per evasione fiscale a carico di Luigi Compiano, l'ex re trevigiano della vigilanza...

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TREVISO - Potrebbe chiudersi con una dichiarazione di non punibilità il processo d'appello per evasione fiscale a carico di Luigi Compiano, l'ex re trevigiano della vigilanza privata, condannato in primo grado a un anno e sei mesi di reclusione per non aver versato al Fisco circa 17 milioni di euro, relativa all'Iva maturata tra il 2011 e il 2013 dalle sue società.

Nell'udienza di ieri, di fronte alla prima sezione della Corte d'Appello di Venezia, il legale dell'ex titolare della North East Services, l'avvocato Piero Barolo, ha annunciato che formalizzerà una richiesta: che per saldare l'ingente debito con l'erario venga utilizzata una parte dei proventi dell'asta (in foto) attraverso la quale, nei giorni scorsi, a Milano, è stata venduta l'incredibile collezione di auto di Compiano - circa 800 pezzi - con un incasso di circa 45 milioni di euro. Poiché quelle lussuose vetture sono state confiscate all'imprenditore nell'ambito dell'inchiesta per evasione fiscale, il suo legale chiede che sia lo stesso commissario straordinario della Nes a saldare i conti con il Fisco: in questo modo, sulla base della normativa fiscale modificata lo scorso anno, il reato di evasione fiscale diventerà non più punibile. Il processo penale a carico di Compiano è stato rinviato al prossimo 30 marzo.
L'imprenditore trevigiano è finito sotto accusa anche in un'altra inchiesta, quella relativa al crac di Nes, nella quale è indagato assieme ad altri quattro membri del consiglio di amministrazione. A Compiano è contestata la bancarotta fraudolenta.
Lo scandalo che travolse l'importante società di vigilanza privata risale al 2013: l'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, prese il via dalla denuncia relativa alla sparizione di oltre una ventina di milioni di euro dai caveau della società: denaro reclamato da due istituti bancari clienti di Nes. A coordinare gli accertamenti è stato il pm Massimo De Bortoli.
Gianluca Amadori
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Il Gazzettino