«Ho sulle spalle un peso enorme»

«Ho sulle spalle un peso enorme»
LA TESTIMONIANZABELLUNO «Anch'io sono travolto da questa vicenda, sia sotto l'aspetto fisico che psicologico. Il mio silenzio in quest'anno trascorso dopo l'incidente è dovuto...

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LA TESTIMONIANZA
BELLUNO «Anch'io sono travolto da questa vicenda, sia sotto l'aspetto fisico che psicologico. Il mio silenzio in quest'anno trascorso dopo l'incidente è dovuto al rispetto di quanto tutti stanno passando». Il bellunese Mattia Vascellari, 26enne cuoco alla Rossa, che era alla guida di quella Fiat 500 che si schiantò contro un albero un anno fa a Safforze, rompe il silenzio dopo le parole della ragazza rimasta gravemente ferita nell'incidente. Deborah De Col oggi 18enne perse una gamba per le conseguenze riportate in quell'impatto e in un'intervista ha raccontato come sta affrontando le cure e come sta ricominciando a vivere. Aveva spiegato di non aver mai ricevuto delle scuse o parole da Vascellari.

LA SCELTA
«Non ho mai scritto né a Deborah né ai parenti di Cristian (il 19enne morto nell'impatto ndr) per una sorta di rispetto, ma anche consapevole dell'inadeguatezza di parole o scritti rispetto a una fase tragica che queste persone stavano vivendo. Ma sono sempre stato informato passo passo della situazione di Deborah, delle cure, grazie ai contatti di mia madre con la sua. O ancora attraverso il mio avvocato, Massimo Malipiero, con cui ho sempre avuto un rapporto costante. Ho sempre avuto un rispetto profondo in questa fase tragica».
L'INCHIESTA
Mattia sceglie di parlare solo ora proprio perché è terminata la fase preliminare delle indagini. Mercoledì il suo avvocato Malipiero era in cancelleria, in Procura a Belluno, per la copia degli atti dell'inchiesta. Infatti si va verso un processo in cui il 26enne cuoco di Safforze sarà imputato per le accuse di omicidio stradale aggravato e lesioni stradali gravissime e evidentemente è una posizione in cui non può dire molte cose.
I TRAUMI
L'avvocato Malipiero sottolinea anche come il 26enne sia rimasto per alcune settimane in ospedale a Treviso per le gravi ferite riportate nell'incidente: era entrato anche lui in codice rosso e spiega il legale «sta giorni interi in stato di semi-incoscienza: le prime tre settimane non è riuscito a parlare neanche con me. Ha fatto 4 operazioni ad addome, omero, gamba e femore e dice di non ricordarsi di quell'incontro con la ragazza». Deborah raccontò di averlo visto al Ca' Foncello, entrambi erano ricoverati si incrociarono e lui si sarebbe girato dall'altra parte senza dire nulla. Mattia dice di non ricordare di essersi girato dall'altra parte. E conclude: «Sono travolto dal dispiacere: forse più degli altri ho un carico sulle spalle, un peso pazzesco. Ma è stato un terribile incidente. Resta il mio sentimento di rispetto estremo, di dolore. Spero che non sia frainteso il mio atteggiamento di assoluta riservatezza, motivato da problema fisico e problema psicologico di sofferenza, per disinteresse. Perché non è così. Ho ricominciato a lavorare da qualche settimana, dopo un anno, e i segni di quanto è accaduto li porterò per sempre dentro».
VERSO IL PROCESSO

In questi giorni il difensore sta studiando gli atti e le consulenze effettuate quella dell'ingegnere Pierluigi Zamuner incaricato dalla Procura per ricostruire l'incidente e quella del medico legale che ha valutato le ferite riportate dalla ragazza. Quella mattina alle 6.50 la vettura andò dritta contro il platano senza coinvolgere altri veicoli. Mattia al volante della Fiat 500 stava portando a casa la sorella Gaia, Cristian Gabriele Palazzolo, il 19enne morto nell'impatto, la 17enne Deborah De Col, che ha riportato lesioni gravissime e Tommaso Mitrugno, 24enne. Difficilmente si andrà in aula: è più probabile che il 26enne scelga riti alternativi come il patteggiamento o l'abbreviato.
Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino