REFRONTOLO - (F.Fi.) Della tragedia del 2 agosto 2014 non ci sono tracce "fisiche" sulla morfologia dei luoghi. «Qui è meglio di prima, tutti i danni sono stati riparati, da...
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Alla messa e poi alla festa dei Omi 2015 anche alcuni dei reduci di quei attimi terribili: loro sì erano al momento sbagliato nel posto sbagliato. Franco Bottega, 46 anni, ha avuto problemi ad una gamba: «Due giorni di ospedale ma fa sempre male. Bisogna andare avanti. Anche se oggi si ricorda ufficialmente, io mi ricordo degli amici scomparsi ogni giorno. Risarcimenti? E quando mai».
Antonio Teo non ha dubbi: «Molti di noi sono stati fortunati se si può dire fortuna essere usciti da quello che era un momento di festa e trovarsi in una tragedia. Credo che sia doveroso dare e fare qualcosa per chi ha perduto gli affetti più cari».
Guido Fantin, dopo 64 giorni di ospedale, braccio e gamba destri gravemente menomati, ha perso la possibilità di fare il suo lavoro di macellaio: «Non trovo altro, ho rifiutato quattro offerte, non posso più fare come prima. Nessun risarcimento. Solo l'auto dei servizi sociali per fare le rieducazioni e le terapie fisioterapiche. Voglio tornare solo a fare una vita normale, quella che non ho più, e non aver bisogno degli altri».
Stefano Gerlin (in foto), 51 anni, solo da 10 giorni ha potuto riprendere il suo lavoro di commerciale per una ditta veronese: prima 5 mesi di ospedale, in cinque ospedali diversi per le gravi fratture riportate e quattro interventi: «Continuo le terapie per tre giorni alla settimana, ma sono tornato a fare quello di prima anche se ho bisogno di molto riposo ancora. La festa dei Omi, da rifare? È soggettivo io credo di sì per ricordare i nostri amici, c'è chi vuole tenere un profilo più basso e chi se la sente».(((fiorettif))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino