Ha affrontato senza timori le minacce e le critiche di quei musulmani che non volevano che lei continuasse a sfilare, a maggior ragione sotto le telecamere e lungo le passerelle...
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Si chiede Ahlam: «È questo che volete insegnare ai vostri figli, alunni? Che una modella è una cagna? Che una ragazza poco vestita è una poco di buono? È possibile che un ragazzino sia costretto dalla società in cui viviamo a vergognarsi del lavoro che fa la sorella? È questo l'insegnamento che vogliamo dare? Sì poso e sfilo poco vestita; sì, lavoro anche in discoteca - sottolinea - ma sapete cosa? Quasi nessuno conosce interamente il mio percorso di vita, quasi nessuno è a conoscenza delle lacrime, dei sacrifici che ho dovuto fare sin da molto piccolina. Tutto ciò che ho passato mi ha portata ad essere la donna di oggi. E vado fierissima di me».
Qui si ferma il suo intervento nella rete. E il popolo di Facebook ha risposto con un'ottantina di commenti di amici e colleghe e 450 emoticon di condivisione. «Mia mamma e il suo compagno hanno avuto un incontro con il dirigente scolastico ed il docente - spiega Ahlam - Il professore ha parlato di errore di comprensione degli studenti e che lui ha detto che cara, ma sono stati in tanti che hanno sentito l'altra parola. Non fosse così mio fratello, ragazzo molto sensibile, non me lo avrebbe riferito e non si sarebbero stupiti anche gli altri compagni di classe. I suoi amici sanno qual è il mio lavoro e non è la prima volta che gli dicono di aver visto delle mie foto che sono nel profilo professionale che è ovviamente di libero accesso, ma non era mai successo nulla del genere. Faccio un lavoro che può essere criticato, ma c'è sempre un limite a tutto».
Aveva 17 anni, oggi sono 21, quando Ahlam fu oggetto della prima polemica. In un concorso vinse la fascia di Miss Schio (Vicenza) e fu contestata via web perché non avrebbe rappresentato appieno la bellezza del territorio. Nel 2015 divenne finalista a Miss Italia e con le critiche arrivarono anche le minacce. Non si è fermata e non lo farà neanche questa volta.
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Il Gazzettino