Guerrato non risponde

Guerrato non risponde
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Le indagini su Luca Claudio e i suoi sodali non si arrestano. Gli inquirenti vogliono conoscere ogni dettaglio di quello che è stato definito il “sistema Claudio”. E secondo gli investigatori, il metodo tangenti è stato creato e organizzato unicamente dal sindaco di Abano: sue l'idea e la regia. Certo qualche imprenditore sentito dagli uomini della Guardia di finanza, coordinati dal tenente colonnello Luca Lettere, in più di una occasione avrebbe visto Claudio accompagnato da «persone poco raccomandabili». Forse uomini legati alla malavita organizzata, magari consiglieri occulti del primo cittadino aponense, ma non certo le menti dell'impero costruito da Claudio nei suoi anni di sindaco prima di Montegrotto e poi di Abano.

A questa storia di Mani pulite locale, mancano ancora diversi tasselli. Ed è per questo che in questi giorni i militari delle Fiamme gialle stanno bussando alle porte di alcuni uomini d'affari. Almeno una decina di imprenditori legati in modo diretto o indiretto a Luca Claudio, che ancora non si sono fatti sentire. Non si sono presentati alla Finanza né al sostituto procuratore Federica Baccaglini, titolare delle indagini, per raccontare quanto sanno del “re” delle Terme. I loro ricordi sono fondamentali per lo sviluppo delle indagini e devono essere ascoltati. In particolare i finanzieri hanno messo nel mirino il settore Verde del Comune di Abano. C'è poi un altro giallo da risolvere. Se per l'accusa a Montegrotto il galoppino con le tangenti per Claudio è stato l'ex assessore all'Ambiente Ivano Marcolongo, chi portava le tangenti per il Comune di Abano? Una domanda cui per il momento non ci sarebbe una risposta. Ma le mazzette, sempre secondo l'accusa, Luca Claudio le riceveva anche dalla zona di Abano. Quindi o gli imprenditori le consegnavano a un tramite, oppure si presentavano direttamente dal sindaco come è avvenuto in un solo caso al momento accertato.

Intanto ieri mattina è stato sentito, per l'interrogatorio di garanzia dal Gip Margherita Brunello, Saverio Guerrato, il 53enne di Rovigo agli arresti domiciliari, difeso dal legale Fabio Pinelli. Guerrato, come hanno già messo in pratica Luca Claudio e gli altri tre indagati anche loro ai domiciliari, si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha chiesto di poter accedere a tutti i documenti dell'operazione “Imperator”. Saverio Guerrato, amministratore della Costruzioni Guerrato Spa, è accusato di concorso in corruzione con gli amministratori pubblici e di turbativa d'asta.
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Il Gazzettino