Grimani, la scultura e quel breviario che fece storia

Grimani, la scultura e quel breviario che fece storia
Fu uno dei più celebri collezionisti del Rinascimento. Amante delle arti e delle lettere, da lui prende nome quel Breviario Grimani conservato con molti altri codici che gli...

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Fu uno dei più celebri collezionisti del Rinascimento. Amante delle arti e delle lettere, da lui prende nome quel Breviario Grimani conservato con molti altri codici che gli appartennero alla Biblioteca Marciana. Il suo statuario di sculture classiche comprese anche un busto creduto a lungo dell'imperatore Vitellio e un Gallo caduto, che influenzarono moltissimo la pittura veneziana del Cinquecento rappresentando una fonte di ispirazione fra gli altri per Tiziano, Tintoretto, Rubens e Veronese.

Domenico Grimani iniziò a collezionare quelle statue a partire da un fatto curioso: i primi reperti erano emersi dal terreno al di sotto del Quirinale, a Roma, dove il padre Antonio futuro doge aveva fatto edificare la residenza di famiglia. Fu l'avvio di una raccolta di sculture di marmo e di bronzo, rilievi, iscrizioni, monete, medaglie e cammei che in buona parte (grazie anche al nipote Giovanni patriarca di Aquileia che incrementò la collezione arricchendo il palazzo di famiglia a Santa Maria Formosa, finendo poi per donare tutto alla Repubblica nel 1596) formarono il primo nucleo dell'attuale Museo Archeologico di Venezia, dopo aver ornato per secoli l'antisala della Marciana. Roma fu in realtà a lungo la casa di Domenico Grimani, uno dei più influenti cardinali veneziani dell'epoca, che rischiò anzi di essere eletto papa due volte e che non vi riuscì per l'opposizione dovuta a invidia e inimicizia di un altro porporato veneziano, Marco Corner.
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Il Gazzettino