ADRIANell'ambito della XXIV Settimana dei beni culturali, dedicata al centenario della grande guerra, molto interessante e seguito è stato il convegno alla Casa delle...
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Nell'ambito della XXIV Settimana dei beni culturali, dedicata al centenario della grande guerra, molto interessante e seguito è stato il convegno alla Casa delle associazioni di via Dante intitolato Nelle retrovie del fronte: Adria e il Polesine nella prima guerra mondiale. L'iniziativa era organizzata dalla fondazione Bocchi, con il patrocinio dell'amministrazione comunale. Impossibile riassumere tutti i dati forniti, che presumibilmente, un domani, verranno raccolti in una pubblicazione. Tra questi l'introduzione di Antonio Lodo che ha citato l'affermazione di Emilio Gentile che definiva la grande guerra l'Apocalisse della modernità. Lodo ha fornito i dati dei soldati, che erano prevalentemente di origine contadina e militavano all'80% nella fanteria. «I morti sono stati circa 300 in città e 4.632 nell'intero Polesine». Giuseppe Pastega ha sottolineato invece il moto di solidarietà che ha attraversato la società, in particolare dopo Caporetto, e i molteplici interventi messi in atto dalla Congregazione di carità, ma anche direttamente dai cittadini, per alleviare i disagi delle fasce più povere della popolazione ma anche dei soldati e dei rifugiati, per non parlare dei malati. Toccante l'intervento di Enzo Bellettato che, trattando degli scontri tra interventisti e neutralisti, ha illustrato la posizione, definita coraggiosa e profetica di Giacomo Matteotti che che gli costò l'allontanamento in Sicilia. Nuovi e inediti i dati forniti da Luigi Contegiacomo sui campi di prigionia per gli austro-ungarici, sette nel Polesine, fra cui il campo di concentramento di Loreo, con 500 prigionieri, il più importante in provincia. Circa il 10% sono morti e sono stati sepolti nel sacrario di Rovigo.
I PRIGIONIERI
Comunque i prigionieri italiani in Austria venivano trattati in modo più duro che non quelli austriaci in Italia ha spiegato Contegiacomo. Significative anche le informazioni ricavate dal generale Luigi Chiapperini dai rapporti ufficiali dell'Esercito sul ruolo di Adria nelle varie fasi della guerra, come luogo di approvvigionamento, di sistemazione dei soldati e di ospedali militari: ben 11. Ampia la documentazione fornita da Luciana Passarella sui caduti di Papozze e di Giacomo Molon su quelli di Loreo. Più attinenti ad Adria le relazioni di Marilena Berto sui riflessi che la guerra ha avuto sulla scuola, in particolare l'istituto magistrale, e su come essa ha contribuito alla mobilitazione patriottica, e di Paolo Rigoni, che ha descritto la storia del monumento ai caduti di Adria e del sarcofago romano in esso contenuto. Per finire curiose ed importanti notizie di Alessandro Ceccotto sulla sistemazione dei profughi nel cameron e dell'acquisto delle famose barache de tola.
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Il Gazzettino