Grana stadio, l'appalto è a rischio

Grana stadio, l'appalto è a rischio
AFFARE DELICATOPORDENONE Di fronte alla possibilità di veder realizzato uno stadio fondamentalmente inutile, bello e sicuro ma non gradito al Pordenone Calcio, la macchina si...

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AFFARE DELICATO
PORDENONE Di fronte alla possibilità di veder realizzato uno stadio fondamentalmente inutile, bello e sicuro ma non gradito al Pordenone Calcio, la macchina si potrebbe fermare. E anche un iter già avviato come quello relativo alla ristrutturazione del Tognon adesso rischia di arenarsi, il tutto a pochi giorni dalla partenza degli inviti rivolti alle ditte che dovrebbero (ormai il condizionale è d'obbligo) occuparsi dell'adeguamento dell'ex Comprensoriale di Fontanafredda.

IL NODO
Il presidente del Pordenone Calcio, Mauro Lovisa, non ha ancora comunicato al Comune di Pordenone le sue intenzioni definitive: accetterà di emigrare per un breve lasso di tempo a Udine per poi rientrare a Fontanafredda oppure l'idea di trasferirsi al Tognon resterà indigesta? L'appuntamento finale è fissato a Pasqua, cioè tra poco più di un mese. Allora la classifica di Serie C dovrebbe essere assolutamente delineata, e il futuro del club calcistico ormai scritto. Per quel tempo sarà necessario avere una risposta definitiva. Il problema però è un altro: mercoledì l'assessore Walter De Bortoli dovrà incassare l'ok da parte di Prefettura e Questura riguardante i lavori di adeguamento del Tognon alla Serie C. Si parla sempre degli oltre due mlioni di euro già stanziati dalla Regione al tramonto della legislatura Serracchiani. «Una volta ottenuto il placet - ha detto De Bortoli - sono pronto ad andare dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, per chiedergli il resto del finanziamento, cioè i soldi utili ad effettuare gli altri lavori necessari all'adeguamento per la B». Ma serve una lettera (stavolta dovrà essere scritta) di Mauro Lovisa, nella quale il patron dovrà dire con certezza di accettare la soluzione di Fontanafredda. In caso contrario si dovrà ripensare l'intera opera. E a quanto pare c'è già una soluzione.
ESCAMOTAGE
«Una volta ottenuto il benestare di Questura e Prefettura - ha detto De Bortoli - possiamo partire con i primi inviti alle ditte. È possibile innanzitutto appaltare opere secondarie, come ad esempio la realizzazione delle nuove recinzioni oppure i lavori relativi alla manutenzione straordinaria dell'impianto». Alcune centinaia di migliaia di euro, mentre le opere principali, cioè quelle pensate per adeguare l'impianto alla Serie C, rimarrebbero ferme. Perché? Il presidente del Pordenone ancora non ha dato una risposta definitiva alle autorità politiche, e se dovesse rifiutare il futuro trasferimento al Tognon di Fontanafredda renderebbe di fatto inutile il finanziamento regionale (quindi pubblico) stanziato ai tempi grazie all'intervento dell'allora vicepresidente Sergio Bolzonello, uno dei primi tifosi (fuori dall'aula) del Ramarro.
IN CONTROPIEDE

Il piano è questo: circa 800 mila euro resterebbero sospesi. «La seconda parte dell'appalto - spiega De Bortoli - non sarebbe immediatamente operativa, ma risulterebbe rimandata e figlia delle decisioni dei vertici del Pordenone. E se da Lovisa arrivasse un secco no, si potrebbe anche pensare di ammainare la bandiera del nuovo Tognon, riallocando le risorse a beneficio di altri capitoli. «In quel caso la decisione finale spetterebbe al sindaco di Fontanafredda», ha tagliato corto De Bortoli. Già, perché alla fine l'opera ricade sul suo territorio, e dovrebbe essere Michele Pegolo a chiedere alla Regione di spostare i fondi da una posta all'altra. Di certo non sarebbe una bella figura, dopo anni passati a battagliare per ottenere i finanziamenti utili al Pordenone (e non ad altre squadre) per raggiungere il suo sogno.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino