«Mille giorni in cui a giocarsi tutto è il Paese e non io». Una nuova sferzata Matteo Renzi è pronto a darla oggi quando da Palazzo Chigi metterà una dietro l'altra le cose...
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Sui due tavoli, quello europeo e quello interno, Renzi ha iniziato a giocare da subito, non esasperando mai i toni con la Merkel, tenendo stretto il rapporto con il presidente francese Hollande e ripetendo in ogni capitale visitata che l'Italia le riforme deve farle, non perché le chiedono Bruxelles o Berlino. È per questo che il presidente del Consiglio pensa che occorra tener alta l'asticella in un Paese fatto di lobby e di corporazioni, di rendite e di riforme evocate, sempre per gli altri, però e mai per se stessi. Un programma per i mille giorni, con tanto di sito dove consultare ciò che «passo dopo passo» farà il governo.
Dopo un frenetico e un po' caotico avvio, oggi Renzi metterà ordine nelle priorità continuando il ragionamento fatto, con tanto di slide, dopo il Consiglio dei ministri del 30 agosto. Qualche sassolino intende però levarselo, specie dopo il Consiglio europeo di sabato e nei confronti non tanto di coloro che apertamente si oppongono a questa o quella riforma, quanto nei confronti di coloro che definisce «resistenti passivi». Ovvero di coloro che chiedono di fare presto, di attuare le riforme, salvo poi minarle contestando priorità, metodo o, come accaduto in occasione della riforma che pone fine al bicameralismo o alla riforma della giustizia, di «lesioni delle garanzie democratiche».
È per questo che l'appuntamento di oggi ha un significato politico, più che di novità dei contenuti. Il richiamo alla collaborazione di tutti che farà Renzi oggi va oltre il recinto della sua maggioranza e coinvolge non solo Forza Italia, interessata alla riforme istituzionali, ma anche il Movimento 5Stelle e le sinistre di Vendola e Migliore. Un appello alla coesione nazionale e a lavorare insieme nel Millegiorni che il governo ha davanti in linea a quanto più volte sollecitato dal Capo dello Stato. Dopo lo Sblocca Italia e i 43 miliardi messi a disposizione, toccherà in settimana alla riforma della scuola. Entro l'anno poi arriverà anche il jobs act. Cambiare il Paese e «scardinare il sistema» per tornare ad essere rispettati in Europa. Un messaggio che Renzi invia al Paese, stavolta senza effetti speciali e gelati, ma passo dopo passo senza strappi e senza pensare che a pagare siano sempre «i soliti noti». Confindustria e sindacati sono avvisati.
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Il Gazzettino