Governo e democratici blindano la "Severino" E Berlusconi si infuria

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ROMA - Il Pd e il governo blindano la legge Severino, dopo che lunedì il presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro aveva sollecitato il Parlamento a intervenire per...

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ROMA - Il Pd e il governo blindano la legge Severino, dopo che lunedì il presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro aveva sollecitato il Parlamento a intervenire per risolvere la querelle sollevata dal caso del sindaco di Napoli De Magistris. Forza Italia non ci sta e Berlusconi si infuria perché sperava di poter rimettere in discussione la legge che lo esclude dalla vita parlamentare. Una tensione che potrebbe riflettersi anche sul confronto Renzi-Cavaliere a proposito di Riforme e legge elettorale.

Il 20 novembre il Consiglio di Stato esaminerà il ricorso del Movimento Difesa del Cittadino contro la decisione del Tar della Campania che ha reintegrato De Magistris come Sindaco. Il pronunciamento del Consiglio di Stato non bloccherà l'altro atto del Tar e cioè il rinvio alla Consulta della legge Severino per dubbio di costituzionalità. «Dissenso» su questi dubbi è stato espresso da Piergiorgio Morosini, membro del Csm, ed ex Gip al Tribunale di Palermo. Ma questi dubbi vengono cavalcati da Forza Italia che chiede una modifica della legge. Vincenzo Gibiino ha definito Silvio Berlusconi «un perseguitato politico» ed ha chiesto che le Camere affrontino «subito con spirito critico» la legge Severino, «rivedendo un provvedimento mal concepito». La tesi degli «azzurri» è sempre la stessa: la Severino è retroattiva, ed è perciò incostituzionale. Di parere opposto il Pd e i precedenti pronunciamenti della giustizia amministrativa: la Severino non è norma penale ma introduce dei requisiti per l'eleggibilità, che le condanne fanno venir meno.
Comunque sia, che la legge Severino non si tocca lo hanno detto il capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Valter Verini, e il Guardasigilli Andrea Orlando. Per quest'ultimo, cambiarla «sarebbe un segnale sbagliato». Il ragionamento in casa Pd è che, a fronte della corruzione che dilaga, come dimostrano le inchieste su Expo e Mose, non si possono fare sconti ai politici.

In ambito giudiziario, il governo incassa un voto di fiducia. La Camera (353 sì e 192 voti contrari) ha votato a favore del decreto sul processo civile. Così, domani, quando è prevista la votazione finale sul testo a meno di clamorosi colpi di scena, sarà definitivamente convertito in legge. Il decreto contiene anche il divorzio facile, la negoziazione assistita e la riduzione delle ferie dei magistrati. La negoziazione assistita, prevede il provvedimento, si applica anche a separazioni e divorzi consensuali se non ci sono figli con handicap o economicamente insufficienti. La norma che semplifica i divorzi consensuali prevede che i coniugi (sempre che non ci siano figli disabili o economicamente non autonomi) possono comparire innanzi all'ufficiale dello stato civile del Comune per concludere un accordo di separazione o di scioglimento del matrimonio, senza la presenza obbligatoria dei legali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino