GLI INTERVENTI ROMA Due terzi di aumenti di entrate e un terzo di tagli di spesa.

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GLI INTERVENTI
ROMA Due terzi di aumenti di entrate e un terzo di tagli di spesa. Anche la legge di Bilancio per il 2018 non si discosta da uno schema abbastanza tradizionale nei provvedimenti governativi a cui si chiede di trovare risorse finanziarie fresche; la manovra per il prossimo anno comunque, grazie al sostanziale contributo del maggior deficit concesso (o quasi) dalla Ue, è di importo complessivo non gigantesco, contenuta entro i 10 miliardi.

I RIFERIMENTI
La Nota di aggiornamento del Def fa riferimenti abbastanza generici sia alle misure che il governo intende prendere, sia alle relative coperture che appunto consisteranno in quasi 3 miliardi di riduzioni di spesa pubblica e in 6-7 di maggiori introiti. Sul lato della spesa l'azione di contenimento dovrebbe riguardare soprattutto le amministrazioni centrali dello Stato, grazie alla nuova legge di contabilità che colloca questo processo direttamente nel ciclo di bilancio. Per i ministeri nel loro complesso è stato già fissato un obiettivo di risparmio di un miliardo l'anno. Invece per quanto riguarda le entrate la strada è quella tracciata lo scorso anno, che prevede un aumento del gettito in particolare dell'Iva, con misure rientranti nella categoria della lotta all'evasione che troveranno probabilmente posto in un apposito decreto legge parallelo. Quindi potrebbero essere potenziati alcuni strumenti già adottati come il cosiddetto split payment con cui le imprese sostanzialmente anticipano l'imposta allo Stato, o i limiti fissati alle compensazioni. Ma si punta anche sull'obbligatorietà pure tra imprese private della fatturazione elettronica, già applicata nei rapporti delle aziende con le amministrazioni pubbliche. E viene concretamente valutata una riapertura della definizione agevolata, la cosiddetta rottamazione delle cartelle, cui ha fatto accenno come una possibilità lo stesso Padoan; anche se si tratterà probabilmente di un'operazione di impatto più limitato.
Come saranno impiegati questi soldi? In primo luogo per contribuire alla cancellazione degli aumenti di Iva e accise che in assenza di interventi legislativi scatterebbero dal primo gennaio del prossimo anno. A disposizione per lo sviluppo resterebbero circa 5 miliardi. Tra le cosiddette politiche vigenti da rifinanziare, ovvero gli impegni di fatto già presi dallo Stato, figura l'ulteriore quota destinata ai rinnovi contrattuali del settore pubblico (circa 1,5 miliardi).
LO SFORZO FINANZIARIO
La spinta agli investimenti comprende una conferma anche se «selettiva» degli incentivi di Industria 4.0 (programma che si arricchirà di uno specifico credito d'imposta per la formazione) e maggiori risorse per gli investimenti pubblici.

C'è poi la nuova decontribuzione che sarà concentrata sui giovani, con il taglio del 50 per cento degli oneri contributivi per i primi tre anni di lavoro. Questa che per il governo è un po' la misura-simbolo della legge di Bilancio costerà a regime circa 2 miliardi, ma lo sforzo finanziario sarà certamente inferiore il primo anno. Infine la Nadef parla di «rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie»; qui il riferimento è soprattutto al nuovo reddito di inclusione come strumento di contrasto alla povertà: l'apposito fondo dispone di circa 1,7 miliardi ma sarà ulteriormente potenziato. Al di fuori della legge di Bilancio ci sono le misure di privatizzazione, che vanno a ridurre il debito: quelle relative a Poste e Fs previste per quest'anno slitteranno di alcuni mesi. L'incasso atteso per il 2017 è ridotto a circa 3,5 miliardi.
L. Ci.
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Il Gazzettino