Gli inquirenti al lavoro sui colpi e la banda

Gli inquirenti al lavoro sui colpi e la banda
E' stato sospeso dal servizio il vigilante 47enne dei Rangers, M.Z., che all'alba di sabato ha sparato contro l'auto dei banditi in fuga a Barcon di Vedelago centrando alla testa...

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E' stato sospeso dal servizio il vigilante 47enne dei Rangers, M.Z., che all'alba di sabato ha sparato contro l'auto dei banditi in fuga a Barcon di Vedelago centrando alla testa Manuel Major, il 36enne giostraio che assieme ad altri due complici aveva preso d'assalto in successione tre sportelli bancomat a Carbonera, Villorba e Trevignano. Si tratta di un provvedimento cautelativo e necessario, deciso dai vertici del gruppo Battistolli, cui fanno riferimento i Rangers, seguito alla revoca del porto d'arma e al sequestro della Glock con la quale il 47enne ha aperto il fuoco esplodendo tre colpi verso la Bmw intercettata lungo la provinciale 19 alle 4,45 di sabato. Il vigilante, interrogato sabato pomeriggio dal sostituto procuratore Gabriella Cama, è indagato al momento per il reato di tentato omicidio.

«La sua vita era in pericolo, altrimenti non avrebbe sparato» lo difende un suo ex collega dei tempi della Compiano, dove il 47enne ha lavorato per diversi anni prima del tracollo del gruppo e del passaggio ai Rangers. «Ha sempre dimostrato grande professionalità ed era stato per questo promosso, assumendo il ruolo di coordinatore - aggiunge - E non era certo uno dal grilletto facile: non aveva mai sparato a nessuno e se lo ha fatto, ci metterei la mano sul fuoco, è stato per legittima difesa». Sul web sono tantissimi i messaggi di chi difende l'operato della guardia giurata, ma c'è anche chi lo accusa di essersi comportato da pistolero. «È facile commentare quando sei tranquillo a casa - prende la difese del 47enne un altro collega -, ma quando ti puntano un'arma addosso hai solo poche frazioni di secondo per decidere. Uno può addestrarsi come vuole, ma quando ti trovi un bandito davanti e tutta un'altra faccenda. Quello che gli è successo è sconvolgente, è una cosa che ti segna per tutta la vita». Dopo i fatti il 47enne ha spiegato di essersi precipitato verso Trevignano una volta ricevuto l'allarme dalla centrale operativa e di aver premuto il grilletto dopo aver visto spuntare un'arma dal finestrino della Bmw inseguita dai carabinieri. «Erano armati, ho agito per legittima difesa» ha detto il vigilante che messosi di traverso sulla strada con la sua Punto d'ordinanza, ha sparato tre colpi in successione, uno al motore, uno all'autista e il terzo al retro della Bmw che ha proseguito la fuga per 150 metri prima di fermarsi. I carabinieri, hanno ritrovato a terra, nel punto in cui è avvenuto il conflitto a fuoco, i tre bossoli sparati dal vigilante. E in mezzo ai campi, lungo la via di fuga utilizzata dai due complici di Major riusciti a fuggire con il bottino del colpo a Villorba, una riproduzione giocattolo, senza tappo rosso, di una Beretta. Sarebbe questa, salvo coincidenze, l'arma puntata verso il 47enne dal bandito che sedeva sul sedile del passeggero della Bmw grigia rubata qualche ora prima a Silea e utilizzata dalla banda per spostarsi rapidamente da una banca all'altra, facendo saltare in aria uno dopo l'altra con la tecnica delle marmotte i relativi sportelli bancomat. Ma non è escluso che la banda, sulle cui tracce è al lavoro il nucleo investigativo dei carabinieri, avesse al seguito altre armi del tutto funzionanti.
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Il Gazzettino