GLI EDIFICI SACRI ROVIGO Sono sopravvissute ad alluvioni e terremoti, ma come

GLI EDIFICI SACRI ROVIGO Sono sopravvissute ad alluvioni e terremoti, ma come
GLI EDIFICI SACRIROVIGO Sono sopravvissute ad alluvioni e terremoti, ma come fa presente un architetto di lungo corso, «se molte delle chiese polesane sono ancora in piedi è...

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GLI EDIFICI SACRI
ROVIGO Sono sopravvissute ad alluvioni e terremoti, ma come fa presente un architetto di lungo corso, «se molte delle chiese polesane sono ancora in piedi è grazie a chi le protegge dall'alto, perché molte sono state costruite in economia».

L'ultimo acciacco è la caduta di alcune parti d'intonaco nella chiesa di San Lorenzo di Cavazzana di Lusia, che ha spinto a una chiusura precauzionale. A spiegare la situazione è l'architetto Massimiliano Furini, che ha curato i restauri di molte chiese, compreso quello che ha interessato San Lorenzo una decina d'anni fa: «Erano stati fatti dei lavori strutturali alla copertura che era fatiscente: c'erano problemi seri, travi marce. L'intervento si era incentrato su quello, anche se era già stata evidenziato come le infiltrazioni avessero raggiunto anche le parti sottostanti. Infatti è caduta parte dell'intonaco di una trave che supporta una volta decorativa. Non si tratta di un problema di statica, ma inseriremo delle microcamere per valutare la situazione interna senza aprire tutto. Le cadute di intonaci possono essere pericolose se qualcuno si trova sotto, ma non crolla il tetto, perché è stato messo a posto. Si tratta di un apparato decorativo per il quale era già previsto un restauro nell'ambito di un progetto complessivo. Anche il campanile, infatti, era stato interessato dalle scosse del terremoto del 2012, tanto che da allora non suonano più le campane, ma non rientrava nel perimetro del cosiddetto cratere sismico e non ha potuto usufruire dei contributi».
INTERVENTI POST-SISMA
Proprio Furini ha avuto dalla Diocesi l'incarico di coordinare le progettazioni degli interventi alle chiese colpite dal sisma del 2012, finanziati dal presidente della Regione, nella sua veste di commissario delegato alla ricostruzione. In particolare, alle chiese di Calto, Canaro, Stienta, Gaiba, San Pietro Polesine, Salara, Trecenta, Bagnolo di Po, Melara, Occhiobello, Santa Maria Maddalena, Bergantino, Giacciano, Fiesso, Castelmassa, Bressane di Castelguglielmo e Ficarolo. «I lavori spiega Furini - sono partiti già nel 2013 e a novembre 2015 era già tutto finito e rendicontato. Grazie al cofinanziamento per il restante 20% non coperto dal contributo, arrivato dalla Fondazione Cariparo». L'unico intervento rimasto fuori era quello all'Oratorio di San Genesio a Zampine di Stienta, per un problema sulla proprietà. Risolto il quale, grazie anche all'interessamento dell'assessore regionale Cristiano Corazzari, i lavori sono partiti l'estate scorsa e dovrebbero terminare entro l'anno.
GLI INTERVENTI

La chiesa di Santa Maria Maddalena, invece, è stata colpita da un incendio il 16 dicembre. A seguire i lavori è sempre Furini: «Fra una quindicina di giorni dovrebbero partire i lavori, con la speranza di riuscire a riaprire la chiesa a giugno. La spesa complessiva dell'intervento sarà di 150mila euro: 95 coperti dall'assicurazione, 20mila che come promesso dall'assessore Valentini dovrebbero arrivare dal Comune e il resto da recuperare grazie a sottoscrizioni». Pronti a partire, a maggio, anche i lavori al campanile di Gognano, a Villamarzana, colpito da un fulmine l'estate scorsa. Ma altri progetti sono in cantiere, in attesa dei bandi di finanziamento della Fondazione e della Cei, come spiega l'architetto Francesco Allodoli, che ha seguito anche il restauro, ormai terminato, della chiesa di San Giovanni Battista di Gurzone, a Occhiobello: «Gli interventi più urgenti riguardano i tetti, a cominciare dalla chiesa di Ceregnano, ma anche a San Biagio di Lendinara, alla chiesa di Fratta, dove il progetto prevede anche il recupero di quel gioiello che è la canonica, e della Chiesa del Cristo e di quella di San Francesco e Giustina a Rovigo. Quest'ultima, in particolare, è sotto monitoraggio, perché sorge su un paleoalveo».
Francesco Campi
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Il Gazzettino