«Giravo fino a 50 milioni di euro all'anno»

«Giravo fino a 50 milioni di euro all'anno»
L'INCHIESTAPADOVA È proseguito, ieri mattina davanti ai giudici del Tribunale collegiale presieduto da Nicoletta De Nardus, il processo ad Alberto Vazzoler. L'ex dentista di San...

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L'INCHIESTA
PADOVA È proseguito, ieri mattina davanti ai giudici del Tribunale collegiale presieduto da Nicoletta De Nardus, il processo ad Alberto Vazzoler. L'ex dentista di San Donà di Piave, 60 anni, e finito alla sbarra con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio del denaro sporco. In aula ha testimoniato il suo socio in affari, lo svizzero Albert Damiano uscito di scena con un patteggiamento a tre anni e tre mesi. E l'elvetico ha di fatto ricostruito il sistema messo in piedi dal finanziere veneziano per accontentare i clienti, quasi tutti italiani con conti correnti bancari in Svizzera, che si vedevano rientrare il denaro da Dubai in aereo perfettamente ripulito. Vazzoler, difeso dagli avvocati Mariagrazia Stocco e Francesco Murgia, era presente in aula piuttosto provato da quasi tre settimane di carcere. Era presente pure la sua compagna Silvia Moro di Treviso ancora indagata dalla procura di Venezia, come resta indagata dai magistrati lagunari la padovana Elena DI Rienzo Manganelli, ex fiamma di Vazzoler ora residente a Dubai, e ieri assente perchè malata.

IN AULA
Albert Damiano, 59 anni residente in Svizzera, ieri ha risposto alle domande formulate dalla pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto D'Angelo, e dalla difesa dell'imputato. «Ho conosciuto Vazzoler e Manganelli - ha dichiarato - nel 2012 in Svizzera. Stavano sempre insieme. I nostri clienti erano quasi tutti italiani con conti correnti in banche svizzere. Io riuscivo a girare anche dai 40 ai 50 milioni di euro all'anno. Io agivo dal Canton Ticino, Vazzoler da Padova e Manganelli da Dubai». L'ex dentista e i suoi complici, secondo l'accusa, facevano partire bonifici dalle banche svizzere verso società intestate a Vazzoler nella Repubblica Ceca e Slovacchia, ma anche a Dubai. Quindi attraverso fatture false, sempre secondo l'accusa, facevano figurare l'acquisto di lingotti d'oro, così da ripulire il denaro. E infine dagli Emirati Arabi Uniti i soldi regolari, venivano imbarcati negli aerei e rispediti in Svizzera di nuovo a disposizione dei clienti dell'organizzazione. Vazzoler e i suoi trattenevano una percentuale tra il 5 e il 10 per cento ad operazione. Avrebbero bonificato 110 milioni di euro e i loro affari si sono impennati nel 2015 dopo la firma del protocollo d'intesa fra Italia e Svizzera, che ha fatto cadere il segreto bancario. «Ho avuto solo ora la percezione - ha proseguito Damiano - delle operazioni illegali da noi eseguite. Ma io sono svizzero e nel mio paese muovere somme ingenti di denaro è normale. Mi sento piuttosto agitato e mai mi sarei aspettato di trovarmi in questa situazione. Per quanto riguarda l'attico di Jesolo, so che è di proprietà di Vazzoler». La prossima udienza è fissata per il 18 dicembre, dove sarà sentito l'altro socio di Vazzoler, Marco Remo Suardi bergamasco di 53 anni che ha già patteggiato due anni e 9 mesi.
LA DIFESA

I legali del finanziere hanno già impugnato, davanti al Tribunale del riesame di Venezia, il secondo arresto del loro assistito eseguito a metà novembre a Musile di Piave (Venezia) dalla Guardia di Finanza. Inoltre l'avvocato Murgia ha fatto sapere che Vazzoler attualmente è recluso in una cella della casa circondariale Due Palazzi, con altri otto detenuti tutti fumatori. E l'ex dentista soffrirebbe di problemi respiratori, tanto che il suo difensore ha chiesto al più presto che venga sottoposto a una visita medica specialistica con l'obiettivo di farlo scarcerare o quantomeno di fargli cambiare cella.
Marco Aldighieri
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Il Gazzettino