Giovanni Morello morì a causa di errori medici. Ne sono convinti i consulenti del Pubblico ministero, Davide Nalin, i docenti dell'Università di Padova Raffaele De Caro e Andrea...
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Il bambino venne ricoverato il 10 gennaio con i sintomi dell'influenza. Gli venne eseguita un'ecografia, che diede esito negativo, ma la notte del 13 gennaio le cose si complicarono. Un'altra ecografia escluse occlusioni intestinali, ma le condizioni del piccolo si aggravarono tanto da costringere i medici a intubarlo. Un arresto cardiaco, causato, come evidenziò l'autopsia, dalla diminuzione del sangue circolante e da uno choc settico conseguente lo strangolamento dell'ansa ileale dell'intestino con occlusione e perforazione, lo portò alla morte alle 10.15 dello stesso giorno.
Secondo i due periti ci sarebbe stato un ritardo nella radiografia dell'addome, nonostante gli episodi ripetuti di vomito. Sotto accusa anche la decisione di non richiedere una consulenza chirurgico pediatrica e poco importa se a Rovigo non esiste il reparto di Chirurgia pediatrica. I docenti universitari, incaricati dal pubblico ministero per la perizia, hanno rilevato, inoltre, che il bambino sarebbe stato poco idratato durante la sua permanenza in ospedale. Infine che, durante l'esecuzione della Tac, era presente solamente un infermiere. La perizia depositata fa presupporre che difficilmente i due medici sotto accusa potranno evitare la richiesta di rinvio a giudizio. Mentre sembra più vicina l'archiviazione per gli altri sette indagati. Sono tre i reparti dell'ospedale di Rovigo sotto la lente di ingrandimento della Procura: il Pronto Soccorso, quello di Pediatria, dove Giovanni era stato ricoverato, e quello di Rianimazione dove il bimbo era stato portato in seguito al peggioramento delle sue condizioni.
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Il Gazzettino